Note a margine n. 473

libro

UNA LETTURA RECENTE

Le pagine si susseguono sommerse da un periodare di parole che potrebbero essere tranquillamente dimezzate di numero, lasciando ugualmente integri senso e significato del romanzo. Il lettore, anche il più bendisposto, è messo all’ angolo dalla noia innestata dalla ridondanza, dalle prevedibilità e dalle banalità dei costrutti lessicali.
Domina la mancanza di un guizzo di stile personale che salvi il lavoro dal piattume e che non può trovare rimedio negli stantii prefabbricati verbali, nei triti costrutti usati in sovrabbondanza. Nel raccontare occorre più coraggio di quello utile allo sviluppo di un tema scolastico da sottoporre al giudizio dell’ insegnante che ne verifichi la correttezza. Il fraseggio manca della vivacità del linguaggio corrente; spesso è pedagogico, didascalico, didattico, e alla fine diventa tedioso come accade per le opere d’ esercizio letterario.
Scarseggiano il ritmo e la concretezza espressiva, elementi narrativi che possano avvincere il lettore generalmente assuefatto, ormai, all’ efficacia dello strumento filmico, che sappiano coinvolgerlo, farlo partecipe dei fatti e delle vicende dei personaggi che in quelli si intrecciano. I fatti, per quanta valenza storica o cronachistica abbiano come contesto del racconto, si sminuiscono se non li si espongono alla percezione dei cinque sensi, alle intemperie dei gusti, ai rischi delle memorie di che ne ha di vive. Più un sesto variabile, costituito dal fascino dell’ inventiva espressiva del narratore che deve sapere osare di più, unico e vero collante delle parole. Che altrimenti annoiano.
Nell’ inoltro della lettura prende corpo la sensazione che la narrazione, munita di frequenti spunti gnomici, sia soprattutto un’ occasione creata dall’ autore per esprimere e divulgare le proprie valutazioni di avvenimenti già ampiamente trattati da autori di ogni genere, non prive di angolazioni ideologiche. Le guerre scoppiano, bruciano e finiscono. Malauguratamente, anche nelle penne dei narratori che vi trovano ancora cumuli di materiale rottamato e free. Ma alla selezione, al trasporto e all’ assemblaggio dei pezzi devono saper provvedere loro se ne vogliono imbastire un racconto nuovo, che valga la pena di scrivere e di leggere.
Scontatissimo tutto il resto. Come i richiami e i moniti ‘umanitarieggianti’ sulla violenza dei conflitti bellici e la scontata aspettativa di speranzosi giorni di pace. A cui, magari, delegare fideisticamente anche la prospettiva di quel poco di diletto che pur spetta al lettore, ma invano cercato tra le pagine di questo romanzo. Che non mette conto di nominare. Perché l’ autore e i malcapitati lettori l’ hanno già individuato. Attenti tutti gli altri!

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4 risposte a Note a margine n. 473

  1. Manfredo ha detto:

    Ahimè, prof. Lamacchia, proprio l’ altro giorno ho dovuto accompagnare un amico che insisteva tanto alla presentazione di un libro. Dalla letture di alcune pagine che ho dovuto ascoltare per bocca di una lettrice ho capito che avevo beccato proprio il libro di cui aveva scritto lei. Che pena. Mi sono ritrovato con tutto ciò che lei aveva detto. Ma anche senza l’ avrei rilevato da me che si trattava del solito tentativo di spaccio vuoti a perdere Mi volevano pure rifilare l’ acquisto, ma alla fine me la sono cavata immune. Me l’ hanno regalato, e io lo regalato a ma volta. Buon Natale

  2. Jeep ha detto:

    Ha visto in TV Prof che bel campionario; altro che romanzo scemo. Qui siamo al romanzo criminale o no? Ma a questi quando giurano non gli scappa da ridere per la fregatura che hanno dato ancora agli elettori?

  3. Martina ha detto:

    Egregio professore concordo perfettamente; in una nota grande libreria di chiara impronta ideologica, mi è capitato di sfogliare un libro simile. Riposto subito via.

  4. Frida ha detto:

    Caro Prof., o lei è tremendamente severo o il libro è davvero uno dei tanti esemplari circolanti, in genere figli unici d’autore d’età senile che aspira a coronare la vita con una botta di notorietà, magari alla felicità di un passaggio nelle vetrine di una delle rinomate librerie chic. Io dedico molto tempo alla lettura e mi capitano tra le mani libri che calzano perfettamente il format da lei recensito.
    Robaccia, certamente; ma lei non sia sempre così impietoso. E’ Natale. Un abbraccio.

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