I SAMURAI
Il contesto socio politico negli anni ’70 generò l’ efferata eversione terroristica; oggi, un nuovo fronte eversivo e destabilizzante, molto più allargato e non meno esiziale quanto agli effetti disastrosi, sta paralizzando la vita ed il funzionamento degli organi istituzionali. Spesso, avevo raccomandato e ripetuto: Guardatevi dall’ ira dei mansueti! Ma inutilmente. I samurai dell’ abbuffata partitica ci massacrarono allora con i loro eccessi e ci ledono ancora nella misura in cui, per loro colpa, ci troviamo a dover pagare sulla nostra pelle le indiscriminate reazioni, le mazzate alla ciecata provenienti da un demagogo che, dalla ribalta mediatica, solleva battimani e reattivi consensi basati unicamente sulla facile compilation delle censure, disapprovazioni e biasimi, e dalla dichiarata intenzione di un repulisti radicale. Il quale, essendo oltremodo impellente davvero, ha scatenato una congerie di reazioni trasversali: sì giustificate nelle cause, quanto furiose ed incontinenti nelle estrinsecazioni formali e fattuali. Accade, infatti, che l’autoreferenziato “nuovo” proposto – per violenza, per assoluta mancanza di metodo democratico, per incompetenza e per velleitarismo – da un lato, stia deludendo gli stessi partecipi del movimento, dall’ altro si stia ponendo in una posizione antidemocratica, incostituzionale, sabotatrice dei più elementari principi del nostro assetto democratico, rammentando ai più anziani i disordini sociali e le intemperanze che ci traghettarono nel ventennio.
Oggi, sia pure in altra forma e con altra strumentazione, è in atto un’ altra marcia su Roma per reclamare il potere assoluto e che non può essere sottovalutata. I cittadini se ne sono accorti: solo i pazzi, i maniaci, gli esaltati e gli sclerotici samurai partitici, acciaccati e litigiosi, non se ne accorgono, o peccano in sottovalutazione del pericolo incombente, intenti solamente alla coltivazione del proprio giardinetto; e, accecati dalla mira della tutela facciale della loro semiverginità, rifiutano di prendere atto della situazione che impone la logica della collaborazione offerta. Sia pure provvisoria.
Io non so in che mondo vivano questi rottami da discarica sociale; ma so bene in che mondo ci hanno costretti a vivere lasciandoci alla mercé della follia del “nuovo credibile”. Incredibile dictu visuque!