Note a margine n. 683

NO CAX PER FAVORE

Così; tanto per capire. A quelli che non vogliono vaccinarsi contro il Covid 19, io vorrei poter chiedere “perché?”, e per maggior curiosità, vorrei poter chiederlo a coloro che, pur essendosi vaccinati, contestano e rifiutano che ciò venga documentato.

Il reclamo alla “libertà” è troppo generico e retorico. A ben vedere, ogni norma, internazionale, nazionale, regionale, provinciale, comunale, condominiale, scolastica, clubista, ludica, sportiva, stradale, impone o vieta. Eppure, nessuno solleva la questione della libertà; mai visto reagire qualcuno con furore al divieto di fumare in certi luoghi, di pisciare sulle aiuole del giardinetto pubblico, all’ obbligo di guidare tenendo la destra o di fermarsi col rosso, di pagare il canone tv, etc.

Il lemma “libertà” è un passepartout d’acchiappo quattro stagioni, è il jolly, la pinella lessicale per tappare i buchi della irragionevolezza di tutti gli atteggiamenti estremizzati, specie quelli chiassosi, piazzaioli, che s’assumono per fare casino in visibilità e accreditarsi alla ‘causa’ del fermento ‘eroico’ contro il potere con una verniciata di nobiltà d’intenti.

E’ in gioco la vita di tanti e tantissimi sono già morti – che sono cose serie e concrete – e c’è ancora chi cazzeggia sloganando ‘libertà!!’, un concetto del tutto astratto a cui è persino impossibile assegnare un significato sicuro, preciso, univoco, universale.

Chi non si vaccina cerchi un’ altra ragione e non faccia il Crociato e di una caciara una sua personale guerra santa.

Poi, non si lamenti se, a poco a poco, si sentirà socialmente discriminato ed emarginato. Anche in seno alla famiglia, tra coniugi, fratelli, figli, etc. è umano il timore del contagio e gravissime sono le responsabilità perseguibili e le conseguenze sul coniugio e sulla patria potestà. Allo stesso modo, nella ‘comitiva’ e nell’ambiente del posto di lavoro. La paura è giustificata, la prudenza è ragionevole.

Quanto a quest’ultimo, il posto di lavoro, non possiamo ignorare l’art. 35 della Costituzione Italiana “ La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” e i precisi diritti alla sicurezza del lavoratore che scaturiscono dall’ art.2087 del codice civile là dove obbliga il datore di lavoro ad adottare nell’ ambiente di lavoro “…le misure…necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del prestatore di lavoro”. Infatti, anche la semplice paura e l’ansia fanno lavorare male e creano stress. Conseguenze più che intuibili. Vedi tra le altre, Corte di Cassazione, sezione Lavoro, sentenza n. 20364 del 26 luglio 2019. Le stesse norme si applicano anche ai lavoratori a domicilio (art. 2128)

L’Ispettorato del Lavoro interviene anche per molto meno. Gli Assistenti sociali pure.

E non dimentichiamo l’ effetto allontanamento degli utenti e consumatori di beni e servizi.

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