Draghi, Presidente incaricato. Deus ex machina? O.k., ma non si aspetti di trovare una compagine di gran signori o che siano capaci di apprezzarne le qualità. Se lo tolga dalla testa, anzi. Sara dura, molto. Forse, una mission impossible. E, per altro verso, non si sorprenda se, quando parlerà, si accorgerà ad horas che in molti non lo capiranno nemmeno. O capiranno fischio per fiasco. Le cose stanno come ormai sappiamo, per averle udite e viste direttamente accadere, anche nei momenti clou dell’indecenza. Per molti cammellieri della carovana sarà visto come la sabbia negli occhi. Ghibli. Un brutto guastafeste per chi s’era invaghito innamorato pazzo del posto. E per chi “si era annientato di lavoro…”, vale a dire aveva svolto un’enorme mole toninelliana di lavoro. E che farà, che dirà questa volta quello che all’insediarsi di Conte, come benvenuto gli gridò ” studi, studi, studi, professore, e non sia il pupazzo dei partiti…”. Alla fine, opportunisticamente, però, si girò la giacchettella e fu amore conclamato.
E mo? Con tutta la caterva dei mutui da pagare, gli ordini diffusi dagli impresari delle scuderie sono di non votare la fiducia. Altro che aprire i seggi elettorali; ora si aprono i tavolini da grattachecca di strada. La cosa è cosa nostra. Pussa via!
Tutti faccia al muro. Pernacchie a volontà. Alle spalle, come si suole.
Draghi, cave canem! Hic sunt leones.