IL BLU

Se e quando sarà la mia ora, nessuno scenderà “dalla soglia d’ uno di quegli usci…verso il convoglio; nessuna bellezza offuscata; forse solo un languor mortale…che…indicasse così particolarmente alla pietà…quel sentimento ormai stracco e ammortito ne ‘ cuori”.
Spero che non sia ‘turpe’ il ‘monatto’ che mi toglierà dagli ultimi abbracci di sguardi familiari ben distanti e che questi non abbiano “segni della morte in volto”. Comunque, ben celato dietro una maschera per tentare di ingannare Madame, l’ impietosa che tutti inquisisce, cercando e colpendo a suo modo. Tutti veniamo alla vita col vizio di perderla. Non c’è virtù che tenga.
Non sarò portato sul carro come un ‘fiore rigoglioso’ e nemmeno come ‘un fiorellino…,’ ma, assieme a loro, andrò come pianta antica, ma percorsa da un ultimo rivolo di linfa ancora vitale. Sono le apparenti asimmetrie della vita che, invece, livellano.
E, sin d’ora – curiosando tra le paure e rovistando tra gli avanzi di speranza – cerco un improbabile anticipo di risposte che non avrò. Mi chiedo se, al mio momento, avrò ancora un residuo di voce ed un palpito di cuore per lasciare un addio lanciato a distanza di sicurezza; o la forza di mentire e direi che torno. Sì, che io torno.
Ma forse lascerò solo silenzio, a bocca e occhi allagati; e chiusi. Per cominciare a ricordare immagini mi occorre il buio. E a cuore serrato, mi perderò velocemente alla vista di chi è restato. Al canto che frastorna di una sirena illuminata dal blu psichedelico.
Al Casino del Corona Royal, Madame ha fatto il suo gioco. Rien ne va plus.