Note a margine n. 629

DENTIFRICI E SAPONETTE 

Costretto a casa 24h no stop, leggo a caso. Oggi mi è capitato di leggere una delle diverse teorie sul Covid19 e relative interpretazioni mediocircolanti. L’argomento è interessante, la spiegazione lo è molto meno. Si muore come le mosche.
Con un po’ di ottimismo, penso di aver capito – forse, è più esatto dire ‘intuito’ – qualcosa, non sostenuto, come sono, da un minimo di competenza che consegue solo da studi specifici necessari anche per il solo accostamento dell’argomento. Ostativo, altresì, mi è anche la non conoscenza terminologica di concetti. D’altro canto, mi residua qualche sensazione che si unisce, acuendola, a quella di smarrimento, disorientamento.
Chi, come me, non stia au milieu, non può che restare al proprio posto nel parco buoi, essere solo astante che abbozza o annuisce in discreto silenzio per evitare la magra figura o polemizzare a voce alta e con sfrontato pirronismo tanto per aprire la bocca e farsi notare. Insomma, come s’usa nei salotti tv, dove convengono ospiti scienziati ed esperti messi a confronto con cuochi trend, ballerini, tronisti sfidanzati, cachettisti alla ribalta a dibattere in stile e lingua babele. Dicevo una sensazione, non nuova; quella di assistere, qua e là, ancora una volta, alla reiterata fioritura, direi esantematica, di ‘fenomeni’ o di ritenuti tali che hanno scoperto le parti più arcane che la natura nasconde ancora nei suoi anfratti più profondi. In genere si tratta di individui che, nelle loro teorie, ‘hanno ragione e sanno di avere ragione’. Nel loro grande. Ho appena letto una lista di dentifrici, saponette e persino di detergenti intimi messi al bando perché – lo dico alla buona – darebbero una mano in più al virus de quo agitur quotidie. A firma di una prof. con tanto di accredito di una delle University nomate in inglese per far più colpo, sparse per il mondo. Ed io, sempre più piccolo uomo ancora interessato alle proprie prospettive di vita, sono corso in bagno a controllare. Nel mio piccolo, s’intende. Col riporto di essere stato, dalla nascita, solo un babbeo Geisterfahrer, sono poi tornato qui, a scriverlo nel mio pc, con la coda tra le gambe. A confessarlo e alleggerirmi, se possibile, la coscienza di essere pensante abusivo. Cordiali saluti. P.S. Se sopravvivo, mi aggiorno.

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Una risposta a Note a margine n. 629

  1. gaetano vignoka ha detto:

    Caro Michele, in termini eleganti hai detto ai molti, insopportabili predicatori e scrittori…che “Un bel tacer non fu mai scritto”,

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