Note a margine n. 627

LA GENTE CHE SIAMO
Dal diario di Toni Capuozzo, leggo, tra l’altro, su face book : LETTERE DA UNA CITTA’ CHIUSA 2…
“Siamo gente che non ha ascoltato i nostri vecchi, che non sa che cos’ è una guerra, e forse per questo immaginava fuggito da una guerra chiunque cercasse solo un futuro migliore. Siamo gente che ha pensato di essere street fighter con un tatuaggio, o una rissa in discoteca. Siamo gente che non poteva non essere promossa e non poteva fare compiti troppo gravosi. Siamo gente che predica la solidarietà e accumula seconde case, che ama la globalizzazione e paga un filippino che gli pulisca casa. Diciamo prima gli italiani, ma intendiamo dire prima noi stessi. Scambiamo le appartenenze politiche per ideali, e le liti da reality per passioni: ci colleghiamo con la Casa, quanti milanesi se ne sono andati? Siamo gente che pensa che resistere sia far finta di niente, aperitivi o mostre”.
Mentre circola un video dello psichiatra, psicoterapeuta, filosofo e saggista  prof. Morelli che, a chiacchiere e sorriso ammiccante, aria di sufficienza stampata, ci imbonisce come bambini scemi ed esorta a non pensare troppo al Covid19, “…se noi abbiamo paura di essere contagiati, nel nostro corpo si abbassano le difese immunitarie e c’è più probabilità di essere contagiati…Ai bambini non dobbiamo dire niente, perché trasformano tutto in un gioco. I bambini sono contenti perché non vanno a scuola e si mettono a giocare… Non bisogna essere allarmisti…pensiamo ad altro e restiamo in silenzio. Bisogna fare altro, fate l’amore invece di pensare al Coronavirus”. Detto in soldoni: cogliete l’ occasione favorevole, fate di necessità virtù. Pensatela come CORONAVIRTUS.
Di getto ho commentato in calce a questa porcheria, ho rammentato don Ferrante e Don Rodrigo: il primo elucubrava come il prof. e concluse che la peste non esisteva; il secondo pensava a tutt’altro che alla peste. Creparono di peste. Spero che il video circoli ora con le mie annotazioni.
Tremo; per la rabbia, più che per la paura. Che il disastro arrivi e non per una guerra cruenta. Ma per la dolosa, arrogante stupidità della gente che siamo.

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