2 DI PICCHE
Proprio mentre si celebravano pubblicamente e solennemente le cerimonie delle ricorrenze del 2 di giugno – curiosamente dedicate agli immigrati e ai rom da parte di qualche ‘abusivo autorizzato’ alle alte cariche istituzionali, così dequalificate al 2 di picche, a livello di macchietta, portatore virale di poche idee ma confuse – a man bassa si consumavano, in loco e in diretta, borseggi e furti ad opera dei giubilati, soliti stacanovisti predoni infiltrati e appostati a dovere tra gli astanti, traffici, occupazioni abusive, furti negli appartamenti lasciati incustoditi per essere presenti in piazza, ed assimilati. Ad ascoltare altisonanti stronzate. Con o senza l’assist di un sistema giudiziario diventato sartoriale (per tacer di peggio secondo le cronache) e quello tonacato in nome del Papa Re che, col solito complesso di esibizione, si spertica a chiedergli pure perdono. A loro. Che lo faccia strettamente a nome proprio, l’assai poco santo patrigno, sbolognatoci da lontano da chi ne aveva abbastanza e gli ha organizzato il trasferimento con promozione. Mentre il gesuitico glissa come un baro consumato e continua a tacere sulle persecuzioni che i cristiani hanno subito e continuano a subire ogni giorno nel mondo, ivi comprese le sodomizzazioni e le molestie consumate a danno di bambini innocenti e di donne anche maritate e meno innocenti, proprio dai suoi operatori. Che, comunque, dove cojono cojono. E a bambin donato non guardano in culo. Né in bocca a chi gli capita.
Che posso farci?Tranne che all’immortale ed ecumenica schiera dei ‘mazziati e contenti’, a me e a tantissimi altri, invece, fa pena e rabbia il dover prendere atto che questo nostro popolo è vittima costante delle proprie scelte ‘democratiche’, governate solo dai numeri asettici e senza alcun discernimento razionale e culturale, con l’aggravante aggiunta delle continue incursioni di una preteria sfacciata, ipocrita, sporcacciona, invadente. Oltre che dalle inusitate iniziative contra legem di arroganti capetti locali immuni o quasi, perché debitamente spalleggiati dai loro noti protettori e dalle chiacchiere delle salottiere anime belle. Meglio che dalla mafia.
Davvero difficile sdoganare qualche speranza di intravvedere la possibilità di una rinascita. Sono troppi e troppo forti coloro ai quali fa comodo che le cose restino così. E troppi sono anche gli incapaci cui toccherebbe di porvi rimedio davvero e di non limitarsi alle annunciazioni da acchiappo.
Al netto del Giudizio di Dio, che vadano all’ inferno! Adesso. Disposto sin d’ora ad accompagnarceli di persona. Tanto…