Note a margine n. 608

EXULTET. STICAZZI.

Dal comunicato del Presidente Mattarella in sede di promulgazione della nuova legge sulla legittima difesa si legge: “L’art.2 della legge, modificando l’art.55 del codice penale, attribuisce rilievo decisivo “allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto”: è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta…”. Osservazione di tipo politico, tra le altre diverse osservazioni giuridiche – che, invece, mi sembrano fondate – su una legge fatta male e forse, con l’opera intossicante di qualche talpa interna e il suo buon gioco vanificante tra lo stupidario dilagante e l’insipienza circolante.
Salvini, promotore della legge, e quanti si aspettavano con ansia una concreta legittimazione dell’autodifesa esultano. Scioccamente. Ed esultano, astutamente invece, C.S.M. e i magistrati i quali, ab initio contrarissimi alla nuova legge, ora, attraverso l’ “interpretazione” di Mattarella, di colpo approvano ed esultano ancor più degli altri. Starà a loro, infatti, decidere volta per volta “ la portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta…”. Inventarsi una artificiosa scala di intensità emotiva ‘obiettiva’, decontestualizzata, da applicare a tutti gli aggrediti, indistintamente, forti e deboli, abili e disabili, coraggiosi e pavidi, sani e malati, vecchi e giovani, resistenti o non resistenti al dolore, etc.? Aumenta, così, lo strapotere interpretativo del magistrato: per una condanna o per una assoluzione. E il povero cittadino vittima aggredita e intrappolata nelle maglie di una legge-fregatura, del tutto vanificata, dovrà ancora addossarsi l’ onere della prova e incespicare nella psicoideologia del suo giudicante che, valutando una emozione (!) – il Presidente lo trova ‘evidente‘ – potrà fare e disfare come vuole. Per l’aggredito che si è autoprotetto, sarà una via Crucis peggiore dell’attuale. Non a caso, nel primo Governo repubblicano, il comunista-sovieticoTogliatti furbescamente pretese per sé il ministero di Grazia e Giustizia. L’apice del vero comando autoritario in Italia; una democrazia del cazzo. Assist del C.S.M. e A.N.M. Presidente Mattarella, cui prodest? Perché ha preferito questa strada della inusitata preventiva “interpretazione presidenziale” che, in pratica esautora il potere legislativo, vanifica il suo prodotto e gli contrappone quello giudiziario in una situazione di antitesi già abbastanza sbilanciata? Quid iuris se seguirà una interpretazione autentica fatta dallo stesso legislatore?Se sono fondati i Suoi diversi rilievi, perché, come da Costituzione (art. 74), non ha rifiutato la promulgazione e rinviato, motivando, il testo alle Camere per le necessarie modifiche? Vale la pena di ricordare qui i precedenti: 22 volte da Francesco Cossiga (1985-1992), 8 volte da Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006), 7 volte da Sandro Pertini (1978-1985), 6 volte da Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), 1 volta da Giorgio Napolitano (2006-2015). 

Forse, non voleva correre il rischio che glielo rimandassero immutato col conseguente suo obbligo, questa volta, di promulgarlo, sentito il Consiglio dei Ministri?

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