DISOBBEDIENZA INCIVILE ALLA PROVA DEL 9
Coinvolti mani e piedi nella campagna elettorale delle ormai prossime votazioni per le rituali elezioni europee, personaggi piuttosto antichi e polverosi in affanno per una spolverata e una passata di vernice onde riproporsi promozionalmente all’attenzione dell’elettorato – condicio sine qua non per la loro carriera – hanno chiassosamente preso di mira il recente decreto sicurezza emanato dal Parlamento e promulgato senza riserve dal Capo dello Stato. Lo definiscono – sprezzantemente e per far colpo mediatico – il ‘razzista decreto Salvini’, allo scopo di ramazzare tutte le possibili antipatie personali verso il politico e convogliarle gregalmente a supporto della loro posizione ideologica. In genere, trattasi di personaggi in fase di stanca, in particolare, spiccano tra loro Sindaci di città con un bel carico di irrisolte problematiche note e ben definite a rimorchio. Alcuni con bagaglio di un vissuto particolare ricco di facili incensi ma anche di noti censori di vaglia, che hanno pubblicamente dichiarato la loro ‘disobbedienza civile’ alle nuove norme restrittive in tema di anagrafe immigrati attive per tutto il Paese. ‘Per motivi umanitari’, dicono. La situazione induce a qualche ordinata riflessione, nella forma e nel merito, oltre la solfa della trita retorica.
1) Davvero impropria appare la dichiarazione di “disobbedienza civile”, la quale – per essere davvero tale e non un patetico escamotage da campagna elettorale – dovrebbe essere nobilitata e accreditata da dimissioni dal pubblico potere e da un’autodenuncia, come dette esempio più volte Marco Pannella che sempre pagò spontaneamente col carcere, da uomo. Antigone docet. In questo caso la locuzione è puramente retorica, abusiva, disonesta e ingannevole.
2)La disobbedienza alla legge, invece, di chi resta comodamente al proprio posto di operatore del sistema Stato, è pura violazione normativa, aggravata, sintomatica delle vere motivazioni dissimulate; è disvalenza sociogiuridica, è ‘disobbedienza incivile’; in questo caso, vile, utilitaristica, fumo negli occhi, acchiappavoti antigovernativi. Siamo al rifiuto di atti d’ufficio, all’abuso di atti d’ufficio, all’istigazione a delinquere, alla infedeltà alla Repubblica,…
3)I predetti imbonitori avrebbero dovuto essere corretti e lasciare liberi i funzionari e impiegati del proprio Comune (in particolare dell’Ufficio Anagrafe, interessato alle nuove norme del decreto), per non costringerli prepotentemente a violare una legge dello Stato; costoro, infatti potrebbero preferire disobbedire al Sindaco e attenersi alla legge dello Stato; e non trovarsi presi tra due fuochi. Riusciamo ad immaginare le conseguenze dell’una o dell’altra alternativa, tra responsabilità legali, ritorsioni personali e pressioni ambientali, abbastanza intuibili nel contesto da utenti e colleghi. Carne da macello.
4) Non è umano lasciare per strada gli immigrati. Ok. Ma dove erano e dove sono i “motivi umanitari” e i loro vessilliferi Sindaci (illusionisti che oggi li invocano pour épater le bourgeois e ritrovare qualche minuto di ribalta mediatica) quando, ai danni di ‘umani italiani’ si abbattono ogni giorno drammatici disagi da sfratto, esecuzioni varie, e si gettano per strada e nella disperazione del degrado intere famiglie indigenti? Quale, dove, come l’accoglienza?
5)Immaginate le affollate migrazioni verso i Comuni dall’Anagrafe ‘aperto’, contra legem e le relative problematiche conseguenze non appena si saprà che il tal Comune non applica le nuove norme?
6)Perché si bara e si nasconde il fatto che, anche in caso di omessa iscrizione anagrafica, all’immigrato sono, comunque, assicurati il servizio sanitario nazionale, la scuola per i figli, l’accesso al lavoro dopo il 60° giorno dalla presentazione della richiesta di asilo ove la pratica non sia stata ancora completata? Dove sarebbero le urlate violazioni dei diritti umani?
7)Perché si nasconde che molti Comuni che a suo tempo anagrafarono ‘in automatico’, oggi stanno ancora cercando soggetti a cui poi è stato negato il diritto di asilo e che oggi, invece, circolano liberamente e godono di permanenza definitiva in forza di una carta di identità fasulla? Perché si nasconde il grosso inconveniente che fu denunciato proprio dall’ANCI che oggi, invece, spalleggia la singolare iniziativa dei Sindaci rivoltosi?
8)Stigmatizzano di “razzismo” e di incostituzionalità il recente provvedimento legislativo de quo e coloro che l’hanno prodotto, sbrigativamente indicati in “Salvini”, per il solito fatto che a loro oggi serve un nemico per farsene conveniente propaganda; e fingono di ignorare – persino i giuristi che sono tra loro “Sindaci disobbedienti” – che il provvedimento è fatto dal Parlamento e promulgato dal Presidente il quale non firma certo di tutto e a occhi chiusi. O è razzista pure lui?
9)Una severa pronuncia di incostituzionalità non può essere lasciata, spregiudicatamente, fuori dall’ambito dell’organo competente e alla merce’ di dinamiche pseudorivoltose di atteggiamenti eversivi preelettorali. Per fare casino. E trarne il solito, venale, disperato vantaggio di un pugno di voti in più.