UNA VOCE
Voglio dirne al presente, come se ci fosse ancora, anche se ora lei vaga negli spazi dell’universo e della memoria di quelli che l’ascoltarono. Una voce da Camerano, nel cono d’ombra di Ancona, collina vista mare. E’ protagonista rapsodo che evapora, e poi, via telefono, raggiunge e s’aggancia ad un paio di antenne, attraversa ponti radio, e di lì si fionda lontano e lontanissimo, e rincorre e raggiunge anime disperse nel buio della notte. Nell’ampio raggio d’ascolto di Radio Aut Marche che, da oltre trent’anni, calamita attenzioni da Francavilla d’Ete – neanche un migliaio di abitanti – nel centro Italia. Da qualche anno, anche in rete.
Una voce vibrante in versi di poesia a tutto campo: è linguaggio, è tema, è musica, è dormiveglia ed è sogno. Mia lettrice attenta, raffinata, esclusiva; mia interprete ideale.
Una voce al femminile intenso, come sgorgata dai recessi dell’anima, ne conserva l’eco profonda, drammatica, insinua il suo leit motiv nei mille e mille transistor, si diffonde, si imposta nelle coscienze, risveglia sentimenti, emozioni, ricordi: e canta, e ricompone il fraseggio di versi noti o meno conosciuti, per ricordare o per stupirci.
Una voce per accompagnarci nel cammino, con discrezione, tenendoci il passo, di fianco, quello ancora libero dalla endemica solitudine amica/nemica, e, per qualche minuto, ci sorprende portatori sani di trepidazioni spesso inconfessate o accantonate, fuori luogo, fuori moda. O anche fuori tempo. Ma sempre presenti dentro di noi, dovunque, comunque. Ingestibili, incoerenti, anarchiche; come è, appunto, la poesia. Quella che scrivevo e quella che le aggiungevano i toni di fascino della sua voce al naturale.
Una voce, scoperta per caso, per miracolo, da qualche anno; un’amica attesa, presente, puntuale, affidabile, che a tutti offre parole come fasci di fiori policromi portati dall’ospite cortese.
E’ un affabile sorriso, una dedica gentile, un’offerta amicale. Da conservare, da tenere in memoria.
La voce del cuore di Ledy. Nome vero, Ledy. Scritto proprio così, come si legge.
NEL BREVE UNIVERSO (poesia per un assolo di voce)
Come rintocchi ovattati,
lentamente
una voce scandisce nella notte
le parole raccolte e ristrette nel verso
del disperato autore in cerca di poesia.
Così, sulle modulazioni di frequenza
i megahertz sintonizzano
una piccola antenna che vibra nell’oscurità
e chiamano a raccolta
le attenzioni un po’ sopite nell’ora tarda.
Per qualche istante,
nel breve universo di una poesia,
a qualcuno sfugge un sospiro,
per un attimo si sciolgono durezze
e si leniscono le asprezze
del quotidiano essere in vita.
E c’è pure un’alzata di spalle:
qualcuno, scettico, si tiene stretta la sua indifferenza
ed il suo occuparsi d’altro.
Eppure, non c’è declamazione
né si avverte il fastidio del fuori luogo:
c’è soltanto una voce che legge e racconta,
evoca pensieri e fruga nelle emozioni
di chi ne ha ancora
o vuole ritrovarne di antiche
o dimenticate chissà dove.
Una voce affiora
dal misterioso sfondo nero del silenzio notturno;
una voce con uso di anima.
Con gli echi da portare in memoria,
come effetto strettamente personale,
leggero bagaglio a mano,
lungo il viaggio nel prossimo sogno.
( da: Albate, Michele Lamacchia )
Grazie; sono onorato.
mi piace tutto