Note a margine n. 580

TERRA PROMESSA O TERRA COMPROMESSA?

Ho appena letto alcune interessanti riflessioni di un antropologo che, a proposito delle migrazioni, sostiene, tra l’altro, che le terre emerse non ci appartengono. Mi chiedo, tuttavia, se egli non ritenga che la regolamentazione da lui auspicata come necessaria debba e possa trovare la sua base ineludibile essenziale sul limite del rispetto – da parte dei sopravvenuti – dello stato di fatto nei riguardi di chi la terra l’ha occupata e lavorata prima. Lavorando per secoli alla creazione di una identità di civiltà culturale. Perché, In mancanza si arriva a legittimare come metodo la invasione, il trauma dello scontro in ogni sua forma, la ‘legge’ del più forte, la giungla continua, il caos, la barbarie. Una violenta dinamica sistemica che in futuro travolgerebbe anche gli stessi invasori. E così via. Se non ci appartiene la terra – come sostenuto – ci appartiene tutto ciò che abbiamo promanato e creato come frutto del nostro secolare lavoro fisico e mentale con tanto di diritto a proteggerlo e conservarcelo. Ma il millenario concetto di diritto di proprietà, dell’individuo fisico o giuridico – anche della terra – è idea innata universale, naturale in quanto è alla base dell’ordine sociale. È un limite e argine alla sopraffazione generata dal ‘tutto è di tutti’: più volte e in diverse forme teorizzata e sperimentata; ma sempre drammaticamente fallita dopo avere creato le peggiori ingiustizie e estreme miserie, disincentivi al lavoro, al progresso. Se la proprietà è un furto, come sostenevano Proudhon e Marx, il suo spossessamento forzato è peggio: è una rapina. Tutti i veri, pacifici fenomeni migratori della Storia ce lo ricordano e ci insegnano a distinguerli dalle invasioni, attuate con diverse forme di violenza, conclamata o surrettizia. Dobbiamo citarle esplicitamente? Vi vim repellere licet. O no? Infine: chi, eroicamente, vuole fare del bene, lo faccia a spese proprie. Come fanno i veri benefattori. Anche il leggendario Robin Hood era un predone fuorilegge. E la biblica storia della terra promessa non si riferiva ad semplice comodato d’uso né ad un affitto o mezzadria.

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