Note a margine n. 533

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LO SBARCO DEMILLE

Ormai, la spiritualità che deve sostenere la religiosità è stata azzerata da un vertice ecclesiastico talmente concentrato – abusivamente – sulle politiche economiche globali e su quelle italiane in particolar modo, da svilire i fondamenti di una fede radicata e  a tradizione assai diffusa nel nostro Paese, condannata, per volontà papale, ad adeguarsi in toto al pragmatismo materiale. Che si vuole spacciare come principio ermeneutico generale della Dottrina cattolico-cristiana. I luoghi che, per loro caratteristiche peculiari nascono come deputati alle ritualità del culto, subiscono disinvolti e svariati cambi di destinazione per attività, occasionali o cicliche, spesso ambientalmente ingombranti, che dissuadono i fedeli dalla frequentazione persino per un intimo raccoglimento o una preghiera, confiscandone intenzioni e propositi. Per non dire delle sceneggiature e delle scenografie (e sceneggiate) allestite – previe lunghe prove – da numerosi parroci-registi alla DeMille, approdati chissà come all’ altare e al confessionale, che non perdono occasione per trasformare la somministrazione e celebrazioni di sacramenti in spettacolari location e show da parata a beneficio dei mille cellulari e flash a camere accese maneggiati dagli intervenuti al fasto cerimoniale. Il processo di laicizzazione delle fede introdotto dall’ uomo nuovo venuto da troppo lontano a ‘bonificare’  a suo modo l’ambiente a favore di nuove colture/culture, purtroppo, autorizza anche queste manifestazioni di una fede prossima al punto critico di rottura. E, magari, esposta anche alla trasmigrazione in massa dei fedeli in altra vicariante, studiata a tavolino, uno scisma surrettizio e premeditato che faccia una conveniente combine – del tutto inconiugabile – con altri credi. Un progetto demenziale o criminale spacciato per ‘solidarietà‘ (da cui , però, sembrano esclusi gli italiani, mai nemmeno nominati nei proclami paraperonisti) e seguito con cieca ed ostile ostinazione che indebolirà ulteriormente l’occidente depredandolo della sua civiltà e della sua identità.
Se non vi sarà un provvidenziale, rapido e serio ravvedimento operoso, o – ipotesi più probabile – un efficace intervento della parte solida della Chiesa a resistenza e freno di questo assalto selvaggio, lo sfacelo del cristianesimo, cominciato con la banalizzazione dei suoi principi e la dissacrazione dei suoi simboli e dei suoi luoghi per mano interna, depauperato anche dai diffusi indecenti ed osceni sacrilegi di suoi depravati militanti fuori controllo, molto presto non avremo più nulla da opporre all’ islamizzazione strisciante, se non un ateismo granitico ma compresso nel silenzio e tenuto in salvo nella clandestinità. E’ inconcepibile che duemila anni di storia e civiltà debbano essere azzerati per mano e millanteria di uno, falsus procurator Dei, venuto con programmi precisi a consegnarci in mani invasive. Più esiziale di un ingannevole cavallo di Troia. Il che è detestabile, anche per un non credente ma che del cristianesimo condivide i valori.

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