POITIERS E NANTES
I sindaci di un paio di storiche cittadine francesi (Poitiers, dove furono epocalmente, ma inutilmente castigati gli invasori musulmani, e Nantes, patria di Giulio Verne, e dove visse e morì il generale Cambronne profetico interprete, in una sola parola, di un indecente futuro europeo non tanto lontano) hanno severamente bandito l’ uso della parola “Natale” con la solita motivazione della offesa che questa potrebbe addurre ad altri; quelli, insomma, che, sensibili come sono, tanto tatto e delicatezza usano puntualmente avere nei confronti dei cristiani nei loro Paesi e nell’ Italietta che li ospita.
Il sindaco di Poitiers vuol forse rimediare così un perdono che assai gli manca; il secondo simpatizza e va a traino del primo. Trattasi di ‘primi cittadini’ di improbabile categoria, i quali, tuttavia, preoccupandosi di non privare la gente del gusto delle ricorrenze e dei risvolti economiconsumistici, hanno avuto una botta di raffinata intelligenza e le hanno ribattezzate “feste del Leon”, che sarebbe Noël (Natale) scritto al contrario, come letto da destra sinistra. Un vero lampo di genio gallico che dimostra che anche i pecorecci sono soggetti al lavorio delle loro sinapsi fornite a capriccio di natura (che nemmeno due gocce d’acqua fa uguali) ma possono avere accesso all’ Olimpo del Patrimonio dell’ UNESCO, nell’ Albo dove vengono archiviati anche esemplari di cretini arrivati e, perché no, anche quelli in itinere. Una rivolta della cittadinanza? Dati non pervenuti. Ma si è in attesa delle sicure omogenee ricadute in Italia per via delle sue note teste di cazzo al potere, alle dirigenze scolastiche e degli addetti agli altari ecclesiali. Buon Natale a tutti; quest’ ultime teste escluse perché mi fanno troppo schifo.