Note a margine n. 508

ong

IL NEMICO ALLE PORTE!

La galoppata verso la costituzione delle ONG ed il loro comune denominatore ravvisabile in un codice comportamentale che le pone saldamente su nette posizioni di resistenza e rifiuto di un minimo di regolamentazione da parte dello Stato Italiano sul cui suolo riversano ad libitum il “prodotto” ormai a livello industriale e andato a raccogliere in loco ‘a chiamata’, alimentano, diffondono e consolidano, tra gli altri, un ragionevole angoscioso sospetto. Il sospetto che, le stesse – a parte la elementare manovalanza tuttora mossa, in genere ma non tutta, da genuine spinte umanitarie ma a consapevoli spese altrui – faccia capo ad elementi di tutt’altro calibro in esecuzione di progetti architettati con ben altri intenti. I quali, comunque possano identificarsi e qualificarsi, si stanno risolvendo quanto meno in una consapevole distruzione della nostra civiltà e identità, e nella destabilizzazione del nostro Paese. Per tacere dei disastrosi effetti speculativi relativi ai successivi step dell’ accoglienza e della redistribuzione, frutto della insensata scelta di affidare alla imprenditoria privata ma con allettante pubblico danaro (mascherata dalla forma di Cooperativa che, invece, per definizione di legge esclude il fine di lucro) questo determinante fenomeno epocale imbrigliato nelle reti della combine razziatori, schiavisti, spedizionieri, scafisti, soccorritori-navetta, servizievoli guardie costiere a domicilio, vettori, sensali, affittacamere privati e alberghieri convertiti, investitori, speculatori. Ottusi burocrati e corruzione non esclusi. Un perfetto concerto al quale è difficile disconoscere una complessa e coordinata macchinazione con la partecipazione idiotamente utile di apici istituzionali e di una ghenga ecclesiale che, ai limiti dello scisma, si dibatte tra abiezioni, depravazioni e turpidini interne ma si occupa di invasivi scellerati progetti sociali in danno del nostro Paese.
Tutto privato: la mano pubblica si esaurisce nella funzione cash e, di quando in quando, nelle prepotenti requisizioni in danno dei cittadini, nelle collocazioni più insensate e nella tollerante omologazione di atti e condotte severamente vietate e sanzionate agli italiani. Il tutto all’ insegna di intuibili risentimenti e ragionevoli timori che la connivente ideologia dei nostri politici cazzari alimenta a dismisura e ipocritamente condanna tout court come razzismo o come reati d’ opinione, per intimidire e tacitare polemicamente i giusti dissensi.
Un immenso e incontrollato, goloso mercatone humus favorevolissimo per violenze e crimini d’ ogni tipo che la cronaca ci riporta giornalmente con gli esiti di una loro dissennata banalizzazione e, addirittura, di un metodico criminogeno rivoltamento ideologico delle responsabilità che sanziona le vittime e tutela i criminali in forza di una giustizia che si autodichiara ‘in nome del Popolo Italiano’, derelitto, tradito, sfiduciato.
Le ONG: quanto possiamo essere certi che i milioni di donazioni che raccolgono ogni anno tempestandoci in tv di immagini di bambini tremendamente stremati dalla fame e dalle malattie non vadano investite, invece, in carburanti, mezzi e altre necessità logistiche per questo traffico di carne umana e/o per lucro e/o per criminale disegno di qualcuno ai nostri stessi danni? Considerato l’ immane pregiudizio che le ONG, per via della loro prepotenza invasiva e del loro anarchico rifiuto di rientrare nei limiti di legge, possono inferire alla nostra collettività, è impossibile non ritenerle pericolosamente ostili ed esiziali, e non condividere l’ idea, sempre più diffusa, della necessità di opporvi il massimo della resistenza a tutela della nostra stessa sopravvivenza. Cominciando con l ‘eliminare quanto più possibile le loro disponibilità economiche, redditi e patrimoni. Lo gridano a gran voce e con dolore più di cinque milioni di italiani al di sotto della soglia di povertà, numero in rapido aumento proiezionale per via del poco o nulla che si fa al Palazzo, declassati a problema meno che secondario rispetto a nuove categorie di privilegiati, sprezzanti falsi poveri e arroganti intoccabili sociali cui vanno, invece, tutte le attenzioni e le risorse.

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