NEL GORGO
Sarà soltanto per fare dell’ accademia, pensieri spiccioli gettonati dalla depressione, come gettare sguardi sconsolati sulle macerie che si accumulano, ogni giorno, l’ una sull’altra, là dove fino a poco tempo fa si leggevano i segni della nostra identità. E della nostra civiltà di cui c’era motivo d’andare fieri, errori e carenze comprese. Sarà, forse, pura disperazione, rassegnazione. Eppure mi sono ritrovato a fare un raffronto tra i danni frutto della violenta aggressività ‘in chiaro’ dei delinquenti d’ ogni censo, e quelli prodotti dalla violenza criptica (ma non tanto) di coloro che dovrebbero avere a cuore le sorti degli italiani e che, invece, tra sterili polemiche e buonismo bergoglionico, esercitano ed impongono arrogantemente la loro incapacità di governo a spese e pregiudizio del nostro popolo; o, addirittura malcelano ineffabili connivenze, considerato che riesce oltremodo arduo ipotizzare che si tratti solo di imbecillità.
A livello di criminalità, ritengo la seconda quella più responsabile, per inadeguatezza, per colpa o per dolo, della progressiva deriva e dello smembramento del nostro Paese. Per non dire degli elettori propensi a disertare le urne o intruppati a risostenere nuovamente certi loschi figuri politici alle prossime votazioni, agendo da veri favoreggiatori, stupidi suicidi obnubilati da ideologie partitiche artatamente alimentate da indecenti manipolatori e manigoldi che ne fanno fonti di guadagni. Mascalzoni i secondi; ma, non meno dei primi che si reputano furbi, immuni, e sopra ogni legge, pronti a stigmatizzare come populismo, demagogia, strumentalizzazioni, propaganda elettorale, ogni denuncia delle loro malefatte, di quelle delle cooperative lucranti e di quelle commesse dai loro ‘ospiti’, galline dalle uova d’ oro. Che qui vengono ad occuparci prepotentemente in massa rispondendo in crescendo esponenziale ai dissennati richiami urbi et orbi, inviti diramati a progetto d’ annientamento del nostro Paese.
Stretti nella morsa delle stragi da terrorismo sanguinario e della distruzione della nostra civiltà e libertà dai veleni predicati nello spaccio parolaio di acerrimi nemici abilmente camuffati e infiltrati, ci predisponiamo ad attendere come ineluttabile la nostra fine, mentre monta il desiderio folle di lasciare terra bruciata e distruggere i raccolti dietro di noi. Non ne scorgiamo più via di scampo. Ma che questa ci giunga, almeno, dopo aver visto quella di questi stramaledetti. Poi, ‘scenderemo nel gorgo muti’.