SUV… VIA, SVEGLIAMOCI!
Correva l’ anno – non ricordo bene – ricordo che correva, eccome se correva. Ma non abbastanza veloce da non permetterci di capire che assassini e stragisti d’ import stavano già cominciando gli allenamenti per i master di terrorismo. Ammazzare la gente all’ insegna del dove cojo cojo. Naturalmente, la malerba dei psicologi-buonisti del cazzo già cresceva e di pari passo, così, nel giardino botanico di qualcuno, volendo e potendo; così, tanto per sentirsi protagonisti e passare alla storia, attraverso i fasti delle cronache, come maestri d’etica; il tutto sotto gli occhi distratti o miopi di chi doveva prendere dei provvedimenti immediati ed efficaci e non lo fece. In nome di un insensato e storpio concetto di libertà e della indipendenza, lasciate inermi di fronte alla barbarie, le opinioni e i foruncoli ideologici sfociarono in una serie asserti che mi è difficile dimenticare, io che avevo ben altre idee. Idee che il tempo, sino a tutt’ oggi, giorno della strage di Londra e di quella simile tentata ad Anversa a distanza di qualche ora, ha purtroppo confermato sottoscrivendo col sangue degli innocenti. Bastano un suv, un coltellaccio e una bestia feroce.
Segatura sul sangue versato e getti d’acqua: non possiamo permetterci di avere paura. Io dico dipende; forse dei terroristi no, ma del potere deforme di certa umanità marginale è impossibile non averla.
Correva l’ anno – non ricordo bene – ricordo che correva, eccome se correva; l’ anno in cui passava in giudicato il divieto di chiamarli terroristi: perché, invece, erano “guerriglieri”, barbari selvaggi così lessicalmente nobilitati da una compiacente merdata. Una roba da expo mondiale nel settore dell’ arruffianemento ammiccante. Sì, una indimenticabile merdata. Senza se e senza ma. Cercherò di ricordarmi nome e cognome per il copyright; per gli anatemi e le peggiori maledizioni del caso. Estendibili in famiglia e per diverse generazioni. Magari funziona davvero.