Note a margine n. 487

catilina

USQUE TANDEM…!?

Una recente sentenza ha condannato duramente l’ uso del termine ‘clandestino‘. Domani chissà. Da oggi, propongo di dire ‘imbucato‘, fino a nuova sentenza definitiva. Poi, all’ occorrenza, ci inventeremo altri termini e persino neologismi: imboscati, pervenuti, rintanati, approdati, spiaggiati, mareggiati, innominati; jesafr, inchivac, aliandri, paraponzi, sarchiaponi, minolli, etc. Il linguaggio è convenzione. Non potranno tapparci la bocca, bloccarci il pensiero per farci accettare passivamente l’ idea. ‘Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo’. Mentre corrono torrenti di dolorose e vergognose prescrizioni, i moralisti pedagoghi italiani che, ad libitum, danno libero sfogo alle proprie incontenibili propensioni censorie in danno del cittadino, approfittando del potere e della funzione, per accreditarsi nella considerazione della collettività per la quale dovrebbero lavorare, nel momento stesso in cui ci vietano di usare un lemma del nostro dizionario avrebbero anche il dovere civile di specificarci i casi in cui, secondo loro, ne sarebbe lecito l’ uso. Ma nessuno di loro lo fa; perché non lo sanno, perché non ne sono capaci e, soprattutto, perché limitandosi al divieto e alla sanzione, intendono umiliarci come loro sottomessi e sudditi cui non dare alcun conto, né rispetto né spiegazione: e perché lasciandoci nell’ incertezza, avranno sempre mano libera di colpirci come e quando vorranno, ogni volta inventandosi ‘interpretazioni‘. L’incertezza del Diritto ci fa vivere nella paura come ulteriore violenza che si aggiunge a quella che siamo costretti a subire indifesi anche nelle nostre case, piegati a credere che sia giusto così. Uno stuolo di schiavi silenziati si governa meglio. Usque tandem…!

* * *
Avviso per utenti affezionati: grossi dilemmi per la sopravvivenza televisiva del montalbano doc, gravemente compromesso dal cognome del suo storico interprete non ancora convinto a cambiarlo dal Zingaretti in Romanetti. Stesso dramma per la Zanichelli che, per mettersi al sicuro da un’ azione giudiziaria con tanto di risarcimento, dovrebbe modificare il grande dizionario Zingarelli almeno in Romanelli, che non se lo comprerebbe nessuno, che mo’, invece, almeno i razzisti se lo comprano. Un vero problema è quello di Dalidà che incise, profetando: ‘Zingaro chi sei, figlio di Bohemia, dimmi tu perché sei venuto qui…?’, per non dire della tragedia di Iva Zanicchi che, malgrado l’ età, sta provando e riprovando a far quadrare ‘Prendi questa mano zingara…’ trisillaba e sdrucciola, e invece la rom non ne vuole sapere di starci. E non tralasciamo il caro indimenticabile Armando Romeo che ci mise tanto amore per scrivere e cantare ‘Zingarévoglio a te...’ la canzone ci fece sognare molto più che se avesse detto rommeté‘ che ci sta proprio ‘na schifezza. La metrica ha le sue ragioni ma non se ne può fottere di tutto il resto. E chi glielo va a dire a Nicola Di Bari che lui si credeva che il suo cuore è uno zingaro e va; che colpa ne ha?! Mentre è rom?! E la colpa ce l’ ha eccome! Poche chiacchiere, resti in casa, stanziale.
I poteri forti del politically correct stanno premendo all’ ONU, contro la Nigeria e il Niger che, diciamocelo, c’ hanno un nome ‘razzista e discriminatorio’. ‘Pittore ti voglio parlare mentre dipingi l’altare…’ cantilenava col naso camuso il cubano don Marino Barreto al pittore intento all’ opera e lo pregava di dipingere un angelo negro, e non abbiamo mai saputo se l’ artista lo abbia accontentato pur di levarselo dalle balle.
All’ indice, bandito dalle scuole di ogni ordine e grado, e dalle biblioteche, ‘Pianto antico’, almeno finché i discendenti di Carducci non firmeranno la liberatoria della necessaria modifica: ‘sei nella terra negra‘, kaputt! ci potrebbe essere una transazione: ‘sei nella terra egra‘, ma si dà l’ idea che allora la terra d’ Emilia-Romagna fosse inquinata, malata: ambientalisti locali in allarme e fieramente contrari. La metteranno in mano al giudice.
Magari una class action; è in allestimento pure una intimazione perentoria a Renzo Arbore che ha ripreso in cd dal vinile pari pari ‘Bongo Bongo stare bene solo al Congo...’dai due compositori parolieri americani, famosi Bob Hilliard e Carl Sigman, che ebbero l’impudenza di pubblicare il pezzo nel 1947 introducendolo addirittura a Broadway nel musical «Angel in the Wings», cantata con una faccia tosta eccezionale da interpreti del calibro di Elaine Stritch, Danny Kaye con le Andrews Sister, Louis Prima e in tutto il resto del mondo da migliaia di cantanti e diverse lingue. Sentiremo il giudice che dice e, come sempre, ce ne faremo una ragione. Di faccetta nera, manco a parlarne. Qualche speranzella ce l’ hanno ‘Cha cha la negra’, ‘El negro zumbon’ (cantata e ballata da Silvana Mangano nel film Anna del ’51), ‘ti cerca una negra’ di Conte e la sanremese ‘Negra‘? E che dire della ‘tucul capanna dove Sambo fa la nanna…dove s’ entra per di dietro?’ Vogliamo scherzare?!
E poi, basta co ‘sto Nerone che è meglio chiamare con uno dei suoi nomi alternativi, basta col Negroni che sempre buono è, ma mo’ pure a lui tocca scendere a compromessi storici; basta co’ negroamaro, co’ negrita etc. tutta roba che in mano al giudice è la morte sua, come la cozza col provolone. Armstrong con Satchmo ci marciava alla grande e perciò non si è mai lamentato. Mo’ qualcuno ha pensato bene di sforbiciare il film ‘Amici miei’ di Monicelli, su progetto di Germi, dove il malamente conte Mascetti, quello con la ‘supercazzola e scappellamento a destra’, organizzava le ‘zingarate‘, che oggi non si possono dire più e spettano solo agli aventi diritto doc che reclamano in esclusiva la royalty, con le conseguenze che sappiamo. O riescono o il sicuro risarcimento danni: sempre buono è. Chi invece non vuole proprio saperne è il famoso storico hotel Negresco di Nizza che rivendica il nome del suo fondatore rumeno Negrescu, e ha fiducia nei giudici francesi. Il movimento letterario culturale Negritudine – a suo tempo definita da Sartre come “la negazione della negazione dell’uomo nero” – continua a resistere agli attacchi di chi l’ accusa di razzismo; ma è cosa vecchia e stravecchia. Toni Negri per mo’ non dice nulla e attende sviluppi. Ada Negri è andata in sogno a un discendente e ha fatto sapere: ‘non vi permettete a storpiarmi il nome. Siate seri. Ma in Italia non avete qualche cazzo altro da fare?’

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Una risposta a Note a margine n. 487

  1. Aldo ha detto:

    Caro Prof.., anche io come tutti ignoro se esista una realtà post vita terrena e se da lì i nostri antenati seguano le porcherie italiane a cominciare da quelle commesse da chi amministra potere e privilegi nella convinzione che stiamo cedendo sotto il loro tallone. Certo è che facciamo schifo; ma per il resto non si illudano, prima o poi ogni popolo si riprende la sua dignità e la sua libertà che quattro zozzoni e quattro bagasce gli stanno togliendo. E’ solo questione di tempo, lo insegna la Storia. Che siano maledetti. Ciao

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