VERBA VOLANT SED HOMINES VOLUNT
Nell’ aula della Camera del Parlamento, le parole sprezzanti rivolte con tono arrogante alla persona di un Deputato presente dal Presidente del Consiglio, sotto gli occhi e la connivenza della presidente della Camera – che glielo ha tranquillamente lasciato fare richiamando, invece, al silenzio il malcapitato rappresentante della Sovranità Popolare – confermano il grave sospetto che sia in atto una deriva autoritaristica di questo Governo, già nato, di suo, da atto di imperio in sostanziale spregio ad ogni principio democratico. Come il frutto di una stuprata. Una deriva pubblicamente paventata e più volte denunciata anche da una vasta platea di autorevoli membri dello stesso partito al potere.
E’ stato l’ ennesimo sintomo virale dell’ inoltrato processo degenerativo della nostra democrazia rappresentativa. Un concreto pericolo di accentramento di poteri nelle mani di pochi personaggi prende sempre più corpo e incombe – molto di più di una semplice minaccia – sulle nostre libertà partecipative alla cosa pubblica e sui nostri diritti ad essere davvero rappresentati e governati da organi equilibrati così come articolati e istituzionalizzati dalla nostra Carta Costituzionale che rappresentò e ha sempre egregiamente rappresentato il sacro manifesto liberatorio di un tristo giogo tirannico. Una Costituzione che oggi – con banali pretesti e ingannevoli prospettive utilitaristiche – si tende a sminuire mortificandola e deprivandola del suo originario spirito libertario.
La vergognosa scenata, recentemente mandata in onda da tv e on line, deborda abbondantemente dai minimali di ogni protocollo istituzionale di un Paese civile a fondamento democratico, e ancora una volta lancia nel mondo un’ immagine di un processo sfascista in atto, più degno di una repubblica delle banane.
Se si accetta passivamente che il Capo del Governo venuto a riferire in Aula, ivi, però, apostrofando volgarmente, si rivolga non all’ intero consesso (unico suo interlocutore) come, invece, dovrebbe, ma nominativamente e personalmente con rozzi ingiuriosi apprezzamenti alla persona di un deputato nell’ esercizio delle sue funzioni, si da’ prova di debolezza, di resa, o peggio, di collusione ad un progetto esiziale per le libertà.
Per quanto mediocremente personalizzato, nel contesto l’ ingiurioso e incontrollato intervento del presidente del Consiglio (né deputato né senatore) ha vilipeso gravemente l’ intero consesso nel cui seno le diverse posizioni politiche si ricompongono nella sua unicità di ufficiale ed esclusivo Rappresentante della Sovranità del Popolo Italiano.
Il diritto di critica – favorevole o contraria – dell’ operato del Governo e della sua Presidenza è veramente libero soltanto se il Deputato che le ha espresse nell’ esercizio delle sue funzioni resti immune, poi, da ritorsioni di ogni genere, anche quelle becere di tipo isterico-lessicali sulla sua persona.
Quanto stile e quanta superiore dignità si sarebbero propagate per l’ Aula se, per impulso di orgoglio istituzionale, almeno una sola voce di protesta o di presa di distanza si fosse levata dagli scranni della maggioranza favorevole al Governo, recuperando decoro all’ intero consesso così volgarmente apostrofato sia pur con mediocri giochetti lessicali trasversali diretti ad un suo membro! Invece dei beceri e compiacenti applausi di convenienza gettati come schiaffi in faccia agli italiani così sottomessi da un potere che si fa sempre più minaccioso anche per via di un Parlamento asservito. Il re è nudo.
Mancano, purtroppo, i necessari attributi e il senso dell’ onore; e lì, in quei luoghi sacri di eventi, nemmeno la fierezza del ricordo e le storie di ben altri uomini frenano i più vili baratti per accaparrarsi il solito piatto di lenticchie o distolgono le menti da predominanti fideismi e faziosità partitiche utili soltanto a privilegiati carrierismi consumati in danno della collettività trascurata, ingannata, tradita.
Siamo ancora in tempo, liberiamoci. Le parole volano ma gli uomini vogliono. La tirannia è una tentazione notoria e ineludibile, una distorta ambizione direttamente proporzionale alla pochezza degli animi degli avventurieri che ci provano; se è bell’ e pronta e comincia ad affiorare, questa tragedia sarà per tutti. Tra appena qualche giorno potrebbe essere già troppo tardi. Sarà tutto ‘cosa loro’; e sopravvivere da uomini liberi sarà impossibile. Perché non saremo noi a perdere la libertà, ma quest’ ultima a ripudiarci come indegni.
Lo sprezzo sbavante dalla bocca del presidente nei confronti di un membro del Parlamento, con l’ ambiguo placet della sua stessa Presidente, rappresentante della sovranità popolare, non è sfuggito a nessuno, specialmente a chi abbia brutti ricordi storici di questa nostra terra martoriata da prepotenze e vigliaccherie di esaltati e pecoroni. La saggezza acquisita dalla esperienza degl ianziani dovrebbe eliminare ogni dubbio sul referendum, una vera prova di forza di un governo accentratore di poteri che ci vuole sottomessi e obbedienti, e che ci sta blandendo con false promesse e e ci sta ingannando con ipocrite spiegazioni. Viva la Costituzione Repubblicana, Viva la Democrazia, viva la Libertà!
E’ evidente che un Governo siffatto è da fermare al più presto. Gli allettamenti sui risparmi di spesa istituzionale da realizzarsi con la revisione della Costituzionale sono matematicamente ingannevoli; e anche se detti presunti risparmi fossero sicuri non potrebbero mai essere barattati con gravi rinunce alle libertà e ai diritti sacrosanti costituzionali. Gli italiani non sono tutti in vendita e dicono NO, non passeranno! A casa pifferaio e topi!
Verissimo, caro Prof. Lamacchia, ho seguito anche io la scena vergognosa e mi è parsa più degna di una lite in assemblea condominiale di infimo livello. Concordo anche sul vilipendio al Parlamento, ma in questo Paese di matti e di smidollati, di ideologisti impazziti muniti di poteri giudicanti c’ è poco da sperare. Speriamo che prevalga il NO di petto e così gli facciamo abbassare la tracotanza e le velleità di comando a questi inaffidabili. Ciao.