E’ LA SATIRA, AMICO
Satira, legibus soluta?
Si avvertono i risvolti cozzali imputabili non tanto alla vacatio legis, quanto alle creatività in via di esaurimento di mestieranti decotti e dilettanti allo sbaraglio, che vivacchiano di rendita sfruttando il filone di paratradizioni che fecero il loro tempo. Difficile negarlo; si colgono troppo i sintomi della pacchianata tipica di chi vuol fare la battuta ad ogni costo, spinto da incontenibili impulsi caratteriali o da necessità di mestiere, pedestri bisogni d’argent de poche. E finisce col mettere il piede sulla cacca, col seguito di pernacchietta gallica. Che s’ha da fa’, pe’ campa’.
Noi non giochiamo a scandalizzarci; non credo che qualcuno andrà o manderà a regolare i conti in loco, né in pectore auspichi una cruenta iniziativa di qualche mentecatto convinto d’avervi ragione e d’esservi destinato dall’alto.
Chi si barcamena a certi livelli di oscenità, per quanto ci riguarda, è già scalcagnato di suo, decrepito, annaspa, sta raschiando il barile. Solo così si può arrivare scrivere, alla poveraccia, come scrissero, “Non siamo noi che costruiamo le vostre case, ma la Mafia” a proposito degli italiani (lasagnes) le vittime di terremoti. Al massimo, si presenterà qualche invasato smanioso di porgere l’altra guancia.
E, in nome della satira da strapazzo, o del cinismo puzzetta, non replicheremo mai che a massacrare vignettisti e giornalisti di Charlie Hebdo non furono tanto musulmani incazzati e armati, ma quanto la risata – costruita un po’ maluccio, per la verità – che i satiristi, dissacrando e facendo casino, volevano strappare per vendere qualche copia in più. Ad ogni costo, e ad ogni costo fu. E accadde, pure, che molte copie furono poi vendute; poi, ma non per certe patetiche stronzate rabberciate alla meglio, ma à suivre, a papocchio tragicamente consumato.
Come dicevano gli anarchici francesi rifacendosi a Bakunin “… una risata vi seppellirà”.
Sarebbe troppo banale. Lo sanno già tutti.
Ben detto; sarebbe stato inutile dare ulteriori spiegazioni.
Perfetto, non occorrevano altre parole. Sottoscrivo, ciao Prof.