Note a margine n. 413

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ACCERCHIAMENTO

La considerevole e crescente consistenza dei numeri, e la geometria accerchiante dei flussi, dal sud, dal sud est e dall’ est, ancora una volta indicano un’ Europa, oggi nelle sue parti più esposte perché geograficamente di frontiera, attanagliata strettamente e già ampiamente penetrata da masse migratorie in uno spostamento la cui rapidità reagisce come coefficiente moltiplicatore degli intuibili gravi disagi conseguenti. Disagi strettamente connessi alla insufficienza di spazi idonei all’ accoglienza, alla carenza di strutture adeguate alla permanenza, e ad una organizzazione inusitatamente lasciata alla logica del profitto di cooperative private sorte come funghi, laddove, trattandosi di questione sociale di elevatissima portata, era quanto ma necessaria la esclusività della mano pubblica che invece, dannosamente si limita ad assicurare il guadagno calcolato in base al semplice numero dei migranti “sistemati” a cascata. Difficile non sospettare una combine politico-affaristica.
In nome dell’ emergenza – acuitasi e per via di una sottovalutazione del fenomeno da parte di chi avrebbe dovuto tenerlo sotto stretto monitoraggio ab initio e per via di soggetti istituzionali ed ecclesiali, sbandati predicatori della teoria delle porte spalancate a chiunque – si trascurano verifiche sulle identità e sulla salute dei nuovi venuti e accertamenti sulla idoneità socioambientale dei contesti di uno smistamento aggressivo e forzato, con esiti disastrosi sulla vita dei residenti e delle loro attività lavorative e di relazione. Sì che detta emergenza reagisce come ulteriore elemento di stimolo per i mercanti di uomini, di fatto li aiuta nel loro business, e si autoaggrava, considerato che in stragrande maggioranza i migranti non sono profughi da Paesi in guerra ma persone attratte da interessi economici, allettate dal notorio permissivismo xenofilo di un Paese Bengodi o in fuga per pendenze legali nei loro Paesi.
Il tutto, mentre gran parte degli Stati della UE, presi dal panico, considerano l’Italia e la sua negligenza, il facile veicolo della loro successiva potenziale invasione. E mentre si consolidano e si allargano le falle nei nostri sistemi giudiziali che consentono di farsi beffa dei eventuali provvedimenti di espulsione dei non aventi diritto o di qualche violento riottoso alle nostre regole.
E non va nemmeno e ancora sottovalutato il concreto pericolo di pur preannunciate infiltrazioni terroristiche considerata la facilità della copertura, malgrado il più volte denunciato altissimo livello d’allarme.
Si aggiunga che, presto, allo scadere del biennio dal loro ingresso, le cooperative non riceveranno più soldi per il mantenimento dei “sistemati”, e spariranno; costoro non avranno trovato lavoro stante la nota crisi che già colpisce gli italiani, e dovranno arrangiarsi in attività illecite o in nero. Già è praticato su larga scala l’escamotage dei matrimoni di comodo con italiani bisognosi per assicurarsi il permesso di soggiorno a modici prezzi.
Per non dire, poi, che, trattandosi al 90% di giovani uomini (pochissimi sono i nuclei familiari), costoro portano gravi problemi che già si rilevano con l’aumento dei casi di violenze anche sessuali mentre aumentano dismisura le fasce della popolazione italiana abbandonata alla miseria, mentre dilaga la paura dei più deboli e cresce la insofferenza di chi avverte il peso della ingiustizia.
E, da ultimo, il problema (del tutto ignorato) delle violenze e discriminazioni a cui soggiacciono nei centri di raccolta i cristiani da parte dei musulmani, e quelle dall’accentuato razzismo interafricano, il più delle volte taciute per paura di maggiori ritorsioni.
E chi, allo stato delle cose, ha l’ improntitudine di voler imporre ai residenti una integrazione per legge è un illuso, un sabotatore o un imbroglione. D’ intesa con una manica di gaglioffi ecclesiali senza vergogna.
Il problema per natura e proporzioni dovrebbe assorbire e precedere ogni altro, mentre il Governo, Parlamento e Partiti si occupano diversamente.

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