Note a margine n. 411

inquisitori

PREGHEREMO PER QUESTO

Ieri,l’ufficio liturgico diocesano ha proibito a un gruppo di “penne nere” di leggere in chiesa la loro storica, tradizionale preghiera nella sua stesura originale vecchia di circa 80 anni e condivisa pure da Don Carlo Gnocchi (non un prete à porter dello squallido tipo corrente-rampante), imponendo ai militari di cassare il seguente periodo ritenuto offensivo per gli stranieri:“Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra patria,la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”.
Un’altra sortita di una ghenga di esaltati che fa temere una pericolosa confusione in atto tra il delirio con l’ ispirazione dello Spirito Santo e li spinge a ritenere di poter estendere il proprio potere non solo alla umana libertà di scelta sociopolitica ma anche e persino alle intenzioni di un uomo che prega.
Quando proprio dalla Chiesa si viola così sfacciatamente quel sacro tabernacolo che ogni individuo, credente o non credente,custodisce nel segreto dell’anima raccolta nella sua preghiera, allora si devono temere, sia pure sotto la forma aggiornata e “corretta” della messa al bando, anatemi, scomuniche, discriminazioni sociali, soprusi, torture e roghi purificatori di una risorta Inquisizione decisa e riorganizzata in convegni riservati dove, qualche anno fa, si è ordinato di “purificare l’aria” e si intravedono “…all’ orizzonte cose bianche…” da perfetto arzigogolo gesuitico. E così via sino al proclama di ieri: “I populismi sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati davanti a un popolo che chiede di capire i passaggi complessi della storia”. Che, in sé, è prima di tutto una coglionata da scollegamento bocca-cervello, considerato che il reato di lesa maestà è quello che si consuma ai danni dei capi e non quello commesso dai capi; senza contare il resto della frase che non significa un cazzo e nemmeno il suo contrario. Ma cos’altro ci si potrebbe aspettare da una Chiesa gestita ormai da un manipolo di pataccari miranti all’ esproprio del potere temporale che si spinge persino a voler stabilire i turni di lavoro in fabbrica, glissa sui problemi vitali di milioni di poveri italiani e concretamente mira a crearne degli altri? Lontani i tempi della religiosità: oggi è una sola. Come il sorriso equivoco di certi loschi figuri affiliati che pretendono di rappresentarla, quando, mandati all’attacco col vessillo del “Vai avanti tu…”, proclamano col piglio serioso dell’ ipse dixit; o come i melliflui atteggiamenti improntati ad una umiltà da outlet e discutibile, già – forse a ragione – sconfessata in un lontanissimo altrove. E sì; perché i dubbi non sono più dei pochi.
E si spiegano così le crescenti defezioni in massa, l’agnosticismo e l’ateismo dilaganti, il progressivo svilimento dei valori etici di una società disorientata, scimmiottanti dileggi della famiglia, e persino i sacrileghi e violenti affronti in danno di simboli e rappresentazioni della Cristianità comandata alla bolsa remissività, senza contare l’orrore e la repulsione sollevati dalla diffusione di luride abiezioni consumate a tutto spiano all’ interno stesso della organizzazione ecclesiale e negli stessi luoghi destinati al culto, sotto il manto omertoso di inverecondi manutengoli. Si è calcolata quanta sofferenza umana potrebbe alleviare la Chiesa solo con i soldi che paga per risarcire le giovanissime vittime dei suoi preti viziosi in USA. E che pensare della storica ostilità di certi regimi che ne colsero i pericoli di indebite e destabilizzanti ingerenze?
Siamo alla ennesima buffonata/mascalzonata di qualche impostore che, anche nella Chiesa, sta sferrando un attacco mortale al Paese Italia e al suo assetto sociodemografico e politico, alla sua civiltà, alla sua storia alla sua autodeterminazione; al cittadino gli si vorrebbe comandare l’attenti e il “Vieni avanti, cretino!” Presto dovremo oscurare i Crocifissi sulle Chiese e cancellarli dalle tombe dei nostri cari, silenziare le campane, oscurare i sagrati e vietare le processioni sacre. Dovremo scegliere o non scegliere gli uomini al Governo senza libertà. Altro che smuovere le coscienze; qua faranno muovere le mani.
Occorre rendersi conto che è già in atto una guerra subdola e violenta scatenata contro l’ Italia da una congrega di nemici congiurati, connazionali e cittadinati, ben identificabili trasversalmente a partire da elementi delle istituzioni via via sino a certi dilaganti esemplari ecclesiastici. Si chiudano le sagrestie e si aprano le cabine elettorali, prima che ci scappi il morto a partire dalla uccisione delle nostre libertà. Tra pochissimo sarà troppo tardi. Non è più ora di assist al Governo per nessuna riforma:mandare a casa questa gente è assolutamente prioritario per tentare di salvare il salvabile e reintrodurre una vera democrazia che restituisca agli italiani il loro status di liberi cittadini e li sottragga, tra l’altro, dall’aggressività dispotica di una Chiesa invasiva e immorale come se fossimo “cosa sua”. L’opposizione se ne renda conto, non abbocchi di nuovo agli allettanti proclami di spregiudicati mentitori: non faccia ancora l’ utile idiota nazareno. Altro che scudiscio e mordacchia: dopo diversi anni di deviazioni istituzionali e illegittimità democratiche, torni a scegliere e decidere il popolo. Pregheremo per questo: nessun farabutto ce lo potrà proibire.

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