IL BULLO DELLE DONNE
Quando un uomo di governo (l’ aggettivo politico pecca per eccesso),malgrado la estrema serietà della complessiva situazione,fa il bullo e il cattivo tempo glielo consente per via di perturbazioni che azzerano il contraddittorio,allora vuol dire che un Paese sta attraversando una crisi demoesistenziale il cui fondamento è sì nelle contingenze che sappiamo,ma anche nella spregiudicatezza-che reagisce come coefficiente moltiplicatore-di chi s’è messo in testa di raggirare il popolo a chiacchiere e cialtronerie varie. La sottovalutazione dei meriti e la sopravvalutazione di piccoli ed effimeri successi da assemblea scolastica sono il timbro che contraddistingue un governo allo sbaraglio, facciaculista, bluffatore, da bullo delle donne.Da liberarsene al più presto,da arginare per la sua malcelata pericolosità: più concreta dei tagliagole;direi,tirannica e tagliapalle.I sistemi sono in linea con le stature.Stiamo allerta.Meglio il voto subito che votati alla progressiva sudditanza senza ritorno.
Con questa bella compilation di modellini semoventi in passerella costante tra i banchi che furono dei giganti della nostra storia, di ogni credo politico, è deprimente pensare che costoro possano esprimere la scelta, la selezione al meglio della nostra società precipitata a picco in ogni schema valoriale più degno di compagni di merende che d’ ogni altra funzione. Sì che persino le storiche corna ed il cucù di Berlusca sembrano riabilitarsi da quello che credevamo il peggio. Laddove questo doveva ancora venire, sta venendo e verrà, se non avremo il coraggio di liberarcene: vadano a puttane, subito, prima che ci mandino a puttane. Tutti. Smettano di supporre di essere i necessari e i migliori: togliamogli dalle mani i lasciapassare che si sono ritagliati; sono dei falsi sonanti. Non diventiamone complici per viltà.
Qui mi sembra di vedere cosi lontana come sono -la prima impressione e’ quella che conta- qualche cosa di strano, come fosse una testa poggiata male sul guanciale, durante il sonno dell’ intera notte, tanto da far rivoltare le orecchie alla cattiva sorte, causando un effetto ottico del tutto originale; ma, senza darsene troppo pensiero, si atteggia a faccia bella. Ormai siamo entrati a pieno diritto nell’era nu0va, e per non sfigurare dobbiamo voltare pagina ed anche la faccia, quella culturale e quella sociale. Ed ecco i Politici, la nuova gente aurea, adeguare le facce ad espressioni cupe, per darsi un contegno da seri pensatori; va riconosciuta, pero’, a loro merito, la buona volonta’ di trasformarsi con la massima prontezza in gente argentea, ed abbandonare i nobili Banchi, per darsele di santa ragione, come richiesto ai coraggiosi guerrieri. In verita’ Platone aveva ben altra concezione di queste genti; mandiamoli allora con il voto in altri campi a lavorare, la mancante gente bronzea. Siamo nell’ era nuova che tutto ha messo alla rovescia non soltanto le orecchie dell’immagine senza parole, postata in brutta vista all’inizio di questa sofferta nota a margine. Forse bisogna farsene una ragione, forse Platone non vuole piangere, si accontenta di rimanere il faro, il nostro punto di riferimento, perche’ la sua grande saggezza, il suo pensiero ci danno il coraggio e la volonta’di camminare nella dritta strada per cambiare le cose sempre nella maniera migliore, come sta scritto da qualche parte che non riusciamo a vedere.