TRA OVVIETA’ E PROGRESSISMO…METTIAMOCI ALMENO UN DUBBIO
E con questa mia nota, siamo giunti ai 400 colpi della mia trascinata adolescenza, controversa come la mia senilità.
Marcello Veneziani, nel suo Cucù (Un Papa da schiaffi) del Giornale del 7/2, commentando alcune boutade colloquiali del Pontefice rileva, tra l’ altro:“…Papa Francesco celebra nel suo magistero le nozze tra Ovvietà e Progressismo un po’ furbetto”. Sul secondo è questione d’ intenderci e poi, forse potremmo anche trovarci in sintonia, ma prima chiariamoci.
Quanto all’ovvietà; mi viene da pensare che, se davvero ce ne fosse nelle singolari boutade di Francesco, non la rileverei tout court come valenza assoluta negativa. Non mi parrebbe del tutto peregrina l’idea di esprimere delle ovvietà ove rilevassi un contesto dove si argomenta solo in diatesi di massini sistemi,o,in ragione del “perché no” e non del “perché”, si rimettono in continua discussione principi o valori che dovrebbero essere ormai consolidati, si relativizza tutto, si polemizza persino sull’ evidenza,si contesta a prescindere,si lanciano slogan di seduzione,si mitizza e divinizza l’ effimero, si sviliscono i meriti, si fatalizza, si diserta dal buon senso, e ci si disorienta perdendo di vista anche punti elementari di riferimento. Se l’ovvietà potesse servire anche ad avviare un minimo recupero di carreggiate, non mi parrebbe fuori luogo. In certa ottica, quanti Comandamenti potrebbero apparire regole ovvie? A partire dall’ “onora il padre e la madre”, “ non dire falsa testimonianza” etc. Eppure, assursero ad esplicite e formali asserzioni.
Non vorrei avventurarmi su terreni accidentati, ma, nel mio piccolo, percepisco in certe sortite colorite di Francesco un quid suggestivo che mi rammenta qualcosa delle parabole di Gesù, semplici, dirette, e pure sorprendenti, Lui che, chiunque davvero fosse, venne stupendoci e dandoci persino ‘scandalo’, scuotendoci e inquietandoci l’anima anche confondendoci a primo acchito, dando risposte a problemi, ma sopratutto seminando domande sino ad allora sconosciute, e dandoci l’input ad una nuova dimensione di vita, di coscienza. Con chi fu debole e con chi fu forte? Quale l’ esito del suo insegnamento? Ancora non lo so bene; più che il sostegno della Gnosi, forse mi servirebbe ritrovare un po’ più di fede per capirne qualcosa di più dell’ approssimativo che sento starmi stretto di spalle e mi induce al pudico riserbo. Forse dovremmo ritrovare la giusta umiltà per parlarne tra noi a cuore aperto. Magari, partendo dall’ ovvio sconosciuto o dimenticato, ma che non è mai stato così rilevante come in questi tempi di dispersione e dissipazione che ci immiseriscono subdolamente.
Le prime due righe di questa Quattrocentesima Nota riempiono l’anima di tenero sentimento. Varrebbero di per se’ una accorata risposta . messe la’ separatamente, evidenziate da uno spazio muto, di pudico silenzio: forse e’ questa loro strabiliante semplicita’ che non consente alla mia mano di girare la maniglia e dare uno sguardo alla stanza del mistero dell’ uomo.
Sono passati piu’ di quattro anni dal giorno della Prima Emozione, e i 400 colpi di Michele arrivano immancabilmente a segno, facendo vibrare le corde piu’ profonde della coscienza, che inducono alla riflessione, a volte al coraggio, altre alla speranza e spesso al gioco ed al sorriso.
Buon giorno, non e’ mica tardi… il sole e’ sorto da poco!