Malgrado si tratti del 2024, pare davvero improvvido – quantomeno – candidare Roma a sede dei giochi olimpici. Soprattutto, alla luce delle tristi esperienze pregresse e del mare di feccia ancora in fase di messa in luce, bel lontana da quella della messa in condizione di non nuocere più. Nella tempistica giudiziaria, come gioco di fondo e resistenza, siamo tra i campioni del mondo, e nel momento della eventuale dannata scelta di Roma e l’ avvio dei lavori, saremo ancora in alto mare ad annaspare tra i rimpalli delle responsabilità. Tra l’ altro, una classe mafiappaltatrice nuova di zecca è già pronta a sostituire quella scoperta oggi. Il sistema è sempre e solo quello ed è radicato, i politici pure, gli amministratori e burocrati, invece, anche: il disegno di legge anticorruzione è una burletta da regolamento condominiale, anzi, da pernacchio. E vedremo all’ arrivo, poi, se, anzi, come sarà il solito aborto legislativo. L’ annunciatore Renzi ne prenda atto. Faccia almeno questo per il Paese. O non vuole? E se non vuole: perché? Sulla sua faccia seriosa, falsamente impostata alla modestia, mentre proclamava con malcelato sensazionalismo l’ annuncio del ‘ panem et circenses ‘ ad un popolo che sta riducendo allo stremo confiscandogli presente e futuro, oltre alle risorse minimali di sopravvivenza per tenersi buoni gli intoccabili poteri forti e privilegiati, si leggevano a chiare lettere i segni della cinica presa per il culo nazionalpopolare. Vivendo giocando che male ti fo’? E questo è quello che aveva promessa la rottamazione della vecchia guardia politica? Azze! Sventoli pure una bandiera a Roma: ma non con i cerchi olimpici; meglio una con l’ immagine di cinque manette. E visto l’ andazzo ormai consolidato, omologato e intoccabile, a questa nostra Roma togliamo la finale: ché i turisti e visitatori, ed eventuali atleti sappiano prima ed esattamente che città li aspetta.
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A costo di perdere un po’ di sonno tento di dare inizio ad un bel sogno; cosi’ ando’ che… ” […], essendo succeduti terremti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte […] tutto in massa si sprofondo’ sotto terra, e l’isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve. ” ( Platone, Timeo, capitolo II ). E per non abbandonare ogni speranza, cosa da non fare mai, gli Uomini continuarono a sognare nell’epoca moderna…: ” La ricerca di Atlamtide colpisce ile corde piu’ profonde del cuore per il senso di una malinconica perdita di una cosa meravigliosa, una perfezione felice che un tempo apparteneva al genere umano. E cosi’ risveglia quella speranza che quasi tutti noi portiamo dentro: la speranza tante volte accarezzata e tante volte delusa che certamente chissa’ dove, chissa’ quando, possa esistere una terra di pace e di abbondanza, di bellezza e di giustizia, dove noi, da quelle povere creature che siamo, potremmo essere felici… “. (Lyon Sprague de Camp – New York 1907-Plano 2000)
Buon Anno all’amatissimo Michele.
Comincio da Roma anche se il tempo e’ ormai scaduto, oggi si fa presto, anzi si corre precipitevolissimevolmente, abbiamo perso di vista il punto di partenza e seguitiamo la corsa verso un traguardo che non sappiamo quale sia, dimenticato nel polverone lasciato dalle nostre scarpe tanto veloci; ma in fondo che fa’, l’ importante e’ non fermarsi mai, che’ sembrerebbe un arrendersi alle ore nemiche, ora queste ora quell’ altre… sempre nemiche sono le ore, lasciamole pure nel polverone che tutto accetta e nasconde, custodisce a dovere, come va fatto per un gran segreto. E strada facendo tornano alla mente perfino le acque traditrici della grande giustizia e della liberta’, che tutto inghiottirono e sprofondarono giu’ giu’ nelle loro viscere segrete. Citare i dialoghi di Timeo e di Crizia nella grandiosa e immensa opera di Platone mi farebbe tremare le dita sulla tastiera, ma il desiderio dell’ Uomo resta quello di ritrovare al traguardo, verso il quale storditamente corre, quella terra che non esiste piu’.
Continua………