MUTI, MEGLIO CHE CIECHI
Il premier Renzi ha lanciato l’ idea di candidare Riccardo Muti alla Presidenza della Repubblica. In tali sensi ne avevo già scritto e parlato da un paio di anni in diverse occasioni. Uomo-emblema di una ritrovata unità nazionale, orgoglio a livello mondiale, non compromesso con la politica partitica: un vero possibile uomo rappresentativo super partes comme il faut. Tuttavia.
In una Italia confiscata agli italiani; di italiani stupefatti ad hoc, accecati ostaggi di individui tossici rinnegati che brandiscono il potere a misura della loro insipienza e del loro opportunismo personale, che professano il populismo cinico-markettaro e il puttanesimo bagascio, che si e ci prostituiscono a cosce aperte verso categorie protette per editto e giurisprudenza, di italiani aspramente penalizzati di esserlo, condannati a scontare duramente le scalmane antitaliane di ricchi grassatori parassiti eletti per follia e traditori per scelta; in una Italia dove razzolano con priorità assoluta interessi partitici e sindacali, follie antropologiche e abusivi programmi di rieducazione sociale basati sull’ esproprio delle libertà fondamentali persino di opinione, in una Italia così la ipotesi di Muti for President appare troppo saggia e razionale per essere fattibile.
Affinché ciò accada servirebbe un miracolo: ma non siamo attrezzati per farne uno, né abbiano meriti per richiederlo. Alla fine, i partiti applicheranno la tecnica del baratto e sceglieranno il solito esemplare ricottaro. Per non dire peggio, come suggeriscono pericolosamente i vergognosi nomi circolanti. E dovremo subire l’ ulteriore rovinoso oltraggio. Soltanto il nostro pensiero volerà alto sulle ali dorate.
…Si in alto; cosi’ alto e’ volato il tuo pensiero che trasvolando terre e mari si e’ posato su di un’altra sponda, alla ricerca di mute radici rimaste a lungo nell’ ansiosa attesa di quel fremito magico, generatore di nuove fronde, per poterne rinnovare il canto. Ed eccoli alfine Musica e Poesia farsi pensiero e andare su ali dorate a posarsi su clivi, su colli, alle fronde dei salici; “Sui fiumi di Babilonia, la’ sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre”.(salmo 137, 1-2). Inoltre “E come potevamo noi cantare, con il piede straniero sopra il cuore” (Salvatore Quasimodo). Musica Poesia e il Bambinello ci daranno un bacio. Buon Natale.