Note a margine n. 388

giostre

GIOSTRA

E’ partita la giostra del ciarpame politico per la elezione del nuovo Presidente della Repubblica: Napolitano ha annunciato le sue dimissioni per gennaio prossimo. Per quanto mi sforzi di individuare una figura idonea al ruolo, non riesco a trovarne nemmeno mezza. Siamo nella schifezza sino al collo. Io interpreto la figura del Presidente della Repubblica come cittadino largamente rappresentativo dello spirito della unità nazionale (almeno per quel poco che c’è ancora) e non come espressione di tresche partitiche basate su strategie di scambi, opportunismi e convenienze in stile pax mafiosa. Una figura non compromessa politicamente, aggregante, che emani italianità e fiducia, di cui essere fieri a prescindere. Rammento, in Francia, la candidatura dell’ amatissimo Yves Montand; ma noi altri, quanto a sentimento nazionale, siamo diventati degli indigenti e siamo i migliori alimentatori delle divisioni e faziosità in ogni settore sociale. E’ la nostra eterna debolezza quella di pensare sempre soltanto in piccolo, meschini autodenigratori ma non autocritici, incapaci di superare – nemmeno nei momenti necessari – i limiti del nostro orticello, guardare un po’ più lontano del nostro interesse individuale e della nostra ansia di contare qualcosa in più di quel poco o nulla che abbiamo realizzato nella vita. L’ Italia che tanto vituperiamo è il risultato delle nostre stesse singole pochezze che esprimiamo anche con il voto con cui deleghiamo gente indegna e incapace; effettivamente rappresentativa delle nostre limitatezze, delle nostre tristissime tendenze sputtanatorie. Se abbiano grandi uomini capaci di alzare la testa, siamo pronti a tagliargliela, per invidia o rivalità di potere: esercizio di odio sociale, lotta di classe, nichilismo. Nel frattempo, restiamo in pugno ad una manica di miserabili e miserabilesse che ci stanno consegnando nelle mani di invasori, ci stanno azzerando e cancellando dalla geografia e dalla storia. In questa situazione, non possiamo aspirare a nulla. Non ne abbiamo diritto. D’ altro canto, un Paese che, come il nostro, coltiva apertamente e senza ritegno le ingiustizie sociali non merita altro. Soltanto giri di giostre.

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Una risposta a Note a margine n. 388

  1. helena ha detto:

    …finalmente, la Giostra! finalmente posso dire Che bello!: la giostra mi ha riportato alla mente quasi una gioia, una gioia vecchia che quasi non ricordavo piu’. L’ ho letto quasi con ansia il rammarico di Michele, il tempo che se ne e’ andato lontano, che quasi non c’ e’ piu’. Poi la lettura e’ finita, e mi rimangono impressi nella mente, con chiarezza, i giorni vivi, reali, quelli che ancora se ne devono andare, dei quali siamo quasi costretti a calpestarne le ore, se vogliamo sentirci ancora parte attiva della societa’ in cui viviamo. Quasi… quasi…, e sempre quasi per chi non si accontenta di quello che ha intorno, che vorrebbe invece incontrare individui e prodotti completamente diversi per la strada o dietro i banchi di un qualsiasi Negozio, compresi quelli del Caffe’ e del Supermercato, i banchi della Tassa obbligatoria da versare, per avere poi il diritto di sentire Profumi e Sapori, una volta tornati tra le mura di casa.
    Mi ci e’ voluto coraggio ad accingermi a battere sulla mia povera tastiera parole che mi sono frullate per la testa alla rinfusa, anch’ io alla ricerca di mitici Re, favolosi Condottieri, prodi Imperatori. Loro ci guardano dall’alto con volto di stella!
    Noi quaggiu’ diamoci da fare!

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