PARLA PIU’ PIANO…
Concordo nelle grandi linee, sui principi presi alla larga – perché solo di questi si trova scritto – nell’ articolo “Vogliono toglierci la libertà di critica – Il cardine della democrazia è mettere in discussione (anche) le religioni” (Il Giornale, Ven, 29/08/2014) da Ida Magli che conosciamo e apprezziamo per ben altri toni e contenuti, per non dire per ben altre forze. Che qui, invece, danno la sensazione sgradevole e triste di essere stati volutamente, rabbiosamente repressi. Non serve particolare acume per leggere la sofferenza delle parole trattenute a forza, oscurate, come ben presto lo saranno i sagrati delle nostre Chiese, per non offendere il diverso senso religioso degli invasori e dei cristofobi ai quali soltanto viene garantito illimitata libertà di parola, di opinione, di autotutela. E’ accaduto, infatti, che il Consiglio dell’ Ordine dei Giornalisti in questi giorni sia intervenuto a gamba tesa contro un iscritto all’ Albo accusandolo di “islamfobia” , laddove, invece, costui aveva soltanto scritto un’ analisi della situazione in Italia e in Europa sotto attacco. Lo stesso Consiglio che, dopo qualche giorno, avrebbe dettato rigidi principi guida lessicali che bandiscono e censurano persino termini come “clandestini, nomadi, zingari, vuò cumprà, etc.” Le sanzioni sono più che incisive. Per i numerosi e pesantissimi atteggiamenti e scritti cristofobi, nulla: tutto lecito.
Ormai, anche la stampa sta subendo l’ effetto addomesticamento ottenuto mediante la prepotenza delle minacce e delle sanzioni comminate dai suoi organi interni, da organismi esterni “simpatizzanti” e interessate a silenziare giornalisti scomodi e quelle assegnate dal di fuori; stupido autolesionismo? Miopia? Sottovalutazione? Collusione? Committenza remunerata? C’ è tra la gente comune chi ha chiesto a gran voce di conoscere i nomi dei componenti del Consiglio dell’ Ordine dei Giornalisti, che da inutile è diventato pericoloso, di suo o per committenza di chi non vuole ancora apparire in questo settore. Inutilmente. C’ è aria di setta, di sabotaggio, di congiura contro quel poco di libertà che ci residua ma già esposta ai rischi di pressioni innominabili e dagli esiti più che prevedibili. E a nessuno possono sfuggire gli indicatori di questo suicidio di massa deciso o tollerato stoltamente da governanti inetti, da cialtroni polemici, e da gente che si ostina a vivere stupidamente in una normalità che non esiste più. Si comincia col tappare la bocca, poi si taglia la lingua, e poi si sgozza, mentre a noi non è consentito nemmeno aprire gli occhi ai nostri giovani affinché vedano la realtà nascosta dietro coloro che li ingannano e gli stanno facendo il lavaggio del cervello. Per esportarli ed arruolarli alla truce “causa” occidentofoba. L’ espugnazione della città della nostra civiltà è già in atto. Solo ciechi, imbecilli e traditori venduti non se accorgono o fingono di non vederla. Presto sarà troppo tardi anche per loro. Certi committenti non riconoscono amici, ma solo ‘fratelli’. Piaccia o no il riconoscerlo, siamo in guerra, atipica, surrettiziamente invasiva, e chi ci dovrebbe tutelare ci impedisce non solo di difenderci, di dare l’ allerta o l’allarme, ma persino di identificare e nominare il nemico, ecco perché ai vertici sono buffoni, venduti e traditori. Questo mio commento, spedito al Giornale per la pubblicazione nell’ apposito spazio, è stato censurato e cestinato. Non è la prima volta; mi è già accaduto. Ma la mia libertà di opinione la conserverò sino all’ ultimo; la restituirò soltanto assieme all’ anima, quando verrà il mio momento naturale. Sempre che non mi sgozzino prima. Per rifiutata integrazione. Nel frattempo, prudenza: in edicola non chiederemo giornali ma solo ‘pizzini’. Il nemico ci guarda. Gli italiani saranno una società segreta.
Carissimo Prof. Lamacchia, come La capisco! Qui, in Italia ormai si vive alla giornata ed una valanga di pericoli incombe sulle nostre teste. All’ orizzonte nulla di buono, anzi tutto di preoccupante….tranne che per coloro che hanno in mano la responsabilità del Paese. Adesso ci si mette pure il Consiglio dell’ Ordine Giornalisti, ci mancavano le occasioni per ridere amaramente. Ha letto che roba?! Ciao.
Che coro, prof.! leggevo le note e rilevavo la mancanza di commenti. Sarà stato il tempo, troppo variabile, frenetico come sa esserlo quello d’ estate. Ma eccomi. A dirLe che condivido tutto, anche le note precedenti che mi rileggo e che conservo. Per il resto…siamo all’ assurdo, stiamo affondando; galleggiano solo gli …Un cordiale saluto., Non si arrenda mai!.
Erano ancora tanti vestiti bianchi…
poi l’umore ha cominciato a divenire nero senza un motivo apparente che rimaneva ostinatamente nascosto agli occhi miei, intimiditi da una visione tanto irreale, come se in una buia notte d’estate una spessa coltre di neve avesse ingannato le menti sfinite da troppo sole cocente. Bisogna approfittare dell’occasione, correre fuori a vedere il miracolo, ma tutti vestiti di bianco, uomini e donne, dalle scarpe fino al cappello. Ed io ho osato non condividere con gli altri il desco del Grand Diner en Blanc, in una notte di mezza estate, perche’ mi era scappato l’appetito. Vergogna, bisogna dire sempre Mi Piace, altrimenti ti fanno fuori con le forbici intransigenti della censura , che ha perso il lume degli occhi, e solo dardi e scoppi hanno continuato a colpire cuore ed orecchie. La via dell’assuefazione e’ lunga e dura da percorrere, ma non mi discosto dalla scuola del mio maestro, continuando quello che mi sembra il piu’ dritto cammino. anche se tempestato di pietre poco preziose., e nonostante un proverbio orientale sussurri all’orecchio che il frutto della pace e’ appeso all’albero del silezio. Pro bono pacis…, naturalmente.
Dopo una lunga pausa, ma non mi sono persa nemmeno una delle Sue brillanti note, torno ai miei commenti. Scritti in chiaro, ancora una volta, forse la prossima volta dovrò cambiare nome ed usare il sistema dei pizzini, se non avrò adeguato il mio lessico alle angherie consumate da alcuni alti vertici colpiti da mancanza di ossigeno al cervello. Nel pattume del secchio dell’ umido dovranno finire termini italiani come clandestino, immigrati, zingari, rom….? Vadano al diavolo;
Sono certa che Lei non si piegherà e che continuerà a scrivere con la Sia solita e disinterssata onestà intellettuale.note di altissimo pregio. Ho letto delle Sue spiacevoli vicissitudini censorie: se ne freghi: vuol veder che è anche gelosia? Che crepino pure. Mi sceglierò un nick o col mio stesso interverrò e leggerò.Non mi mancano le parole. Ciao Prof.
Pane al pane e vino al vino, egr. Prof. Lamacchia. Questo sì che è parlare; e si è mantenuto pure leggero per buona educazione, immagino. Considerazioni centratissime, purtroppo; ma la stampa-stampa dove è andata finire? volevano terrorizzarla, ci sono riusciti. Prima o poi toccherà alla gente comune parlarsi in silenzio, senza orecchie indiscrete. Questo hanno fatto i talebani della libertà. Ne vedremo delle belle!
Egregio Prof., sono lieta di poter riprendere il filo dei miei interventi che ho interrotto per motivi vari senza mai, però, perdermi una sola delle Sue formidabili note. Leggo delle Sue sgradevoli esperienze…cerchi di scrivere delle stupidate; le vedrà pubblicate certamente. Lei è troppo bravo e mette in ombra. Cordialmente
Caro prof. non posso che elogiarLa per la veramente magnifica nota. Da condividersi in ogni sua parola riflessione. Ho letto anche le altre note di commento e resto basito. Forse Lei è troppo bravo e magari qualcuno non gradisce. Mi riprometto di dare uno sguardo al Giornale e se potrò dirò, sempre che passi all’ accettazione…
Sig. Prof. Lamacchia, leggevo con piacere il suo blog da tempo e soltanto ora, attraverso il commento di Jeep, apprendo che Lei è la stessa persona che spesso commenta con garbo e correttezza gli articoli su il Giornale. Ne ho vero piacere e questo mi spinge ad intervenire per la prima volta in questo blog, anche per farle i miei complimenti e per associarmi al suo disappunto per l’ ostracismo dato ai Suoi scritti, specialmente dopo i riscontri che lei ha dato alla De Pace e company, e quelli che immagino che devono esserle stati cestinati per compiacere qualcuno. Troppo fastidiosi per qualcuno. Sono ormai molto anziana e riconosco facilmente il suone delle campane fesse. Non demorda. Insista. Cordialmente, Mariacarla.
Si torna a capo chino da qualche giorno di riposo passato qua vicino, in campagna, vista mare. E si trovano puntuali queste note che ci riportano alla realtà sgualcita dei nostri giorni. Io la seguo anche nei Suoi commenti su Il Giornale, caro Prof. Lamacchia e tra l’ altro ho trovato gustosissimi e originai i Suoi risconti in stile epistolare a quella avvocato scrittrice della serie ” Caro….” che a un certo punto sono improvvisamente spariti. Strano; non capisco se non li ha più scritti Lei o se sono stati accantonati per vie dei rilievi che Lei faceva. Ottime queste ultime Sue note, del tutto condivisibili.