FACCE DI BRONZO
La penisola divisa in due dalle persistenti, opposte, estreme condizioni meteo, c’ è un ‘atmosfera che sa di rarefatto, una cappa d’ aria di sospensione, di rinviato sine die. Lo avvertono in molti che incombe qualcosa di indefinito, girano col fiato sospeso: e non mi riferisco a Mat che, se sfiduciato, dovrebbe tornare a fare…già, a fare cosa?
Eppure, vicinissimo a noi, bruciano fuochi paurosi ma il rumore degli scoppi pare non giungere sino qui, nemmeno l’ eco del pianto di un innocente, di quelli che vediamo in tv e ci fanno rabbrividire malgrado la calura del sud e più del grande frescoumido del nord. Qualcuno ci sta avvertendo: attenti, è un’invasione! Ognuno si riconosce l’ esimente del “mio piccolo” impotente e si accaparra il pezzo di sabbia per il telo, pensa ad altro; ci riesce. Pensare ad altro, ecco, ci riusciamo in tanti, dovremmo contarci, farne un movimento di opinione, un lucroso partito politico, facciamoci un vessillo, magari col disegno di una testa girata dall’ altra parte. E così uniti, marciamo cadenzando il passo verso il non ne vogliamo sapere. Siamo ancora in ferragosto. Domani si vedrà. Ovunque sia, ci andremo abbronzati. Facce di bronzo.
Il cielo si e’ confuso e ha messo il cappello sotto la testa, salvato dal sottogola rimasto impigliato tra nuvole di fumo, e lui, fuori servizio, ciondola sospeso a raccogliere inutili raggi di sole.