Note a margine n. 361

Happy

 

OH HAPPY DAYS

E sì; si comincia col “parlamentare” (visto che si nega sfacciatamente l’ uso del più appropriato “trattare” ) con un ultras “carismatico” nel suo nobile ambiente, capace di fare la faccia guappa e intimidire, vietare, consentire, imporre condizioni. Non soltanto ai cittadini comuni, quelli che allo stadio ci vanno sperando di godersi una sana partita di pallone, ma anche alle forze dell’ ordine che allo stadio ci devono andare a loro totale rischio e pericolo. I quali non sono solamente le mazzate di sedia, bersagliamento di calci, schiaffi, sputi, grossi petardi, pugni, colpi di spranga e di petardi lasciati passare non si sa come ai posti di cosiddetto controllo a presidio negli stadi. Sono, soprattutto, le mazzate giudiziarie che, puntuali come la morte, giungono inesorabili, sostenute da una stampa guardona e markettara, se poco poco qualcuno abbozza a difendersi o a difendere con gli unici mezzi a disposizione che abbiano un minimo di efficacia pratica presso la barbarie degli arroganti e minacciosi reucci in trasferta dai rioni agli spalti. Così si comincia per il gioco del calcio, creando dei miti da varietà d’ avanspettacolo, e poi si finisce a trattare con la mafia e con i terroristi. Salvo, poi, a negare il tutto o a gridare allo scandalo. Ed intanto i titoloni della stampa – nome, cognome, paternità e nome d’arte – regalano all’ eroe dalla faccia feroce e che ha sfidato e umiliato lo Stato pubblici diplomi e certificati di potere, attestati che, nell’ ambiente, gli danno lustro e garanzie, lo rafforzano, gli danno ancora più seguito tra gli sbandati che già guardavano alle istituzioni con sospetto, con diffidenza, con sfiducia, e, a sfregio e disprezzo, se ne burlavano appena possibile. Solo in Italia, peraltro, la spesa per sicurezza negli stadi è carico dello Stato – fortemente carente in tutte le altre sicurezze senz’ altro più urgenti e meritevoli di attenzione – per circa 45 milioni di euro l’ anno; e altrove, hanno già da tempo risolto brillantemente il fenomeno della violenza negli stadi debellandola del tutto mediante l’ uso della fermezza, del consenso della totale generalità che ha saputo mettere in riga anche i soliti mestatori fracontrari, disfattisti professionali o dilettanti rematori a contrario. Oh happy days!

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4 risposte a Note a margine n. 361

  1. Aldo ha detto:

    Egregio, Giorni felici! chi vuol essere lieto sia, del doman non v’è certezza…. Ecco cosa mi manca di più: la certezza di un minimo di condizione umana, di cittadino. Per non dire della giusta paura di andare urlando per le strade i nomi dei responsabili di uno sfascio generale senza pari. In Italia viene punito chi denuncia le malefatte non chi le commette. Alleluia, brava gente!

  2. Frida ha detto:

    Prof. Carissimo. che commento potrei mai aggiungere alle Sue osservazioni? Un senso di amarezza mi pervade e mi toglie le parole. Concordo su tutto, un abbraccio

  3. Stefano ha detto:

    E’ chiara l’ allusione ironica e amara, Prof. Io sono anziano e, quindi, sono un campione della vecchiaia rinconcoglionita che evoca la giovane neo deputata Picerno che non mi risulta avere fatto ancora nulla di utile nella sua vita, oltre ad esercitarsi nell’ arroganza sprezzante nei confronti di persone dalla statura e dalla storia assolutamente incomparabile con la sua modestissima piccolezza. Non credo che noi italiani, per quante colpe abbiamo da scontare, ci meritiamo di essere rappresentati e governati da certi insignificanti individui, scarsi di ingegno, di correttezza e di vera cultura.

  4. Benedicta ha detto:

    Sì; è proprio il caso di dire: Giorni lieti! forse siamo su scherzi a parte. E’ questo da chiedersi a volte nell’ assistere a come vanno le cose in Italia, un Paese capovolto. Sto perdendo letteralmente l’ orientamento appresso a questi signori che decidono per noi tutta la nostra vita. Ma non è una cosa seria, mi dico, mi sveglierò da questo incubo prima o poi! Ciao Prof.

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