ANTIVOI
Eppure, non mi pare che necessiti un alto quoziente di intelligenza per capire, o quasi, sia pure alla caprara, che “Si sta come d’ autunno sugli alberi le foglie”. Malgrado ciò, dobbiamo sciropparci ogni giorno, prima e dopo i pasti, le menate antisessimo, antifemminicidio, antirazzismo, antiomofobia e antialtrecazzate varie che fluiscono da bocche e boccucce, lingue e linguette molto meglio diversamente impiegabili viste le alte tariffe delle markette sindacali applicate senza ritegno.
Ma è davvero difficile che a una faccia di culo corrisponda, all’ interno, un sostegno intellettivo non omogeneo all’ immagine esteriore: in natura non c’è iato né soluzione di continuità.
Lo conferma la strettissima continuità delle scemenze che ci ammanniscono fior di loschi soloni mancati e di stronzissime vestali a quindicina, pontificando a cazzo di cane per tentare di distogliere la nostra attenzione dai veri problemi. E lo sconcio è che, spesso e con gran parte della popolazione, ci riescono: non per loro abilità ma per appiattimento cerebrale degli italiani ormai allo sbando più completo.
Se concludessi, arrabbiato come sono, che ci hanno rotte le balle rischierei di dire minus quam volui. Parlare chiaro, ormai, in Italia è tutto vietato. Merdacce, ricordatevelo: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”! Ed io sono antivoi!
Egregio Prof, due parole al volo, in treno, gliele devo.. E. come sempre, sono di apprezzamento e di disprezzo,invece, verso questa combriccola di gente che sia pur con una parvenza di diversità di colori e stemmi, ma più o meno con la medesima volgarità ben dissimulata o nature, si cimentano con castronerie astronomiche, ignorando il problema quotidiano della minimale sopravvivenza della gente. La nausea è così tanta e la sfiducia debordante. La smettano!
Non è razionale vietare che si dica frocio ad un frocio e consentire che si dica pezzente ad un pezzente. E’ il secondo che va tutelato, ma lo loro se ne fregano. Ma quando gli presenteranno i il conto delle malefatte da pagare?!
Andare a casa?! cercarsi un lavoro?! e chi glielo dà, caro Prof. con quel bel po’ di credenziali!
Io non gli darei nemmeno una ramazza, troppo onore. Lavori forzati, forse.Previo risarcimento dei danni che hanno arrecato al Paese e all’ individuo, ciascuno approfittando del proprio potere.
Questo Parlamento di perdigiorno e di dilettanti allo sbaraglio, inventandosi la questione delle quote rosa, è riuscito a creare altre due categorie sociali, due parti contrapposte. Ne vedremo delle belle. Siamo ancora all’ inizio. Quando chiamate un idraulico, un elettricista, falegname, pittore, trasportatore, etc. cominciate a segnare: maschio – femmina., etc. Presto dovremo renderne conto a questa massa di bicazzi monopalle. azione penale obbligatoria, ovviamente.
I trans, dal loro canto, si stanno organizzando per reclamare la loro parte. Ecco, se per esempio ora li apostrofassi “teste di minchia”, sbaglierei, dovrei coniarmi (ed usare) al più presto un omologo al femminile, pro quote rosa ed uno al maschiemmina pro quote verdi. Ciao Prof. Cerchiamo di sopravvivere in questo mondo a tre poli obbligatori. Censura.
Eccome non essere incavolati, io per esempio, da donna, vorrei poter essere scelta per miei meriti personali che prescindano dal mio sesso e non per elargizione legislativa. E voglio che mi chi mi vota la faccia liberamente e non perché obbligato, magari perché ha esaurito l’ elenco dei maschietti! E’ Tutto incostituzionale, contro la libertà di elettorato attivo e passivo. Ma questi paladini fuori tempo massimo non lo capiscono e mostrano la loro inettitudine anche in questo modo.
A quando le quote bianche riservate agli invalidi e le verdi ai diversamente maschiemmine?
Fessi!
Che confortevole compagnia, alle prime luci dell’ alba, riescono a darmi le tue brevi riflessioni, Prof. Lamacchia, e la mia insonnia ne trae giovamento. Mi piace rileggerti anche più volte e condividere con te il piacere delle poche cose buone accadute e pregustare l’amaro che ci riservano le ore a venire per mano armata di questi individui autonominatisi padroni e interpreti ufficiali della nostra vita, portavoce abusivi dei nostri sogni, delle nostre speranze, delle nostre esigenze che, ormai, parlano a ruota libera e raccontano di un mondo spacciato per vero. Quando saremo nel numero giusto per poterli sbugiardare, per smentirli clamorosamente, per scoprire il loro sporco gioco sulla nostra povera pelle? La loro follia li ha portati persino a fare degli esseri umani due parti distinte e contrapposte sociali: gli uomini e le donne, con la stronzata delle quote rosa che avvilisce prima di tutto le stesse donne e viola il diritto costituzionale dell’ elettorato attivo e passivo. Senza contare che i trans si stanno già organizzando per reclamare le loro quote verdi.
E le avranno, ne sono certa. Buffoni e mascalzoni, andate a casa e cercatevi un lavoro!