Note a margine n. 342

 

destino

FATE CHE IL DESTINO VI APPARTENGA

In un Paese dove da parte dei semplici cittadini in giù, via via sino ai politicazzi e ai buroparassiti, si ciancia e si proclama di democrazia a vanvera, il destino di un uomo, comunque si egli si chiami, non può e non deve mai essere nelle mani di qualcuno. Chiunque, invece, si arroghi questo potere, comunque camuffato o travestito, e qualunque ne sia il movente spoglio di immagine legale o, ancor peggio, di questa ammantato, è espressione di una mostruosa brutalità che infanga ed infama ogni migliore conquista sociale diventandone la sua peggiore antagonista. Trattasi di una metastasi sociale, di una deformazione della natura che non trova spazio nemmeno nelle società animali tutte rigorosamente organizzate al proprio interno secondo regole spontaneamente accettate da ogni componente che osservano ed esercitano il potere come strettamente funzionale alla sopravvivenza del gruppo e non come abuso individuale.
L’ Italia – ormai soltanto reperto archeologico e mal conservato della grande bellezza – è civiltà destinata a scomparire dal contesto mondiale per sua stessa mano; e sarà già un miracolo se, nei tempi a venire, se ne salveranno vestigia della grande civiltà che fu e che vene distrutta dal folle egoismo, dallo stolto egocentrismo, dal richiamo dell’illusorio primato di artificiosi valori creati nei laboratori di falsari iq quali, pur privi della benché minima dignità morale, hanno turlupinato la buona fede del popolo e si sono ammantati di una falsa intangibile sacralità. Reclamiamo a gran voce la esclusiva spettanza del nostro personale destino e il diritto altrui ad averne uno ancorché diverso. L’uno senza l’ altro sono due inutili pilastri in frantumi e che convengono soltanto ai vostri padroni. Attenti, mascalzoni, non ci impressionerete con i vostri abiti: giù le mani dai nostri destini!

 

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3 risposte a Note a margine n. 342

  1. helena ha detto:

    Sara’pur vero che l’Italia si sia stancata di portarsi addosso il peso cosi’ gravoso che una civilta’ millenaria l’ha eletta ad essere Regina di bellezza e di potere di un grande Impero: una siffatta corona carica di gemme preziose sul capo le ha satinato le lucide ginocchia. Niente di grave, e’ solo stanchezza, e la sua fronte larga ha abbassato le palpebre, reclamando il diritto a un po’ di buio. Ma allora s’e’ addormuta? eh si, in mezzo a tantu mari che le canta la ninna nanna..In questo stato di cose non mancano mai gli approfittatori, e allungano mani vili , pronte allo sciacallaggio, per soddisfare una insaziabile fame di potere. Ma attenti, l’Italia si sveglia, e voi tornerete alla vostra naturale quotidiana pochezza.
    Un sorriso, un po’ malinconico, di la’ dalle acque.

  2. Benedicta ha detto:

    Dall’ ampia tipologia delle furie possessive e devastatrici della vita altrui emergono, così come quelle timbrate colletti bianchi e paludate certamente non meno ignobili di quelle consumate a punta e lama di coltello, specializzata sulle donne, due volte bersagliate: da un filo tagliente e da una legge cretina che, a quanto pare ( e come si poteva facilmente prevedere), non ha alcun effetto deterrente. Questo continua ad essere un Paese in stato precomatoso e nessuno pare in grado di riconoscere che, soltanto restituendo valore ai valori, si può tentare un recupero in extremis. Ma la ignoranza peggiore, quella che stupidamente ci impedisce di far fronte comune ad argine di grossi e dilaganti problemi sociali perchè ci incatena alle ideologie truffaldine dei partiti, crea ostacoli insormontabili per un ritorno alla legalità. Che non è formale rispetto della legge o peggio, ipocrita o servile applicazione della legge, ma una fede non negoziabile, primaria, prioritaria talmente radicata da indurci a rispettare qualunque idea diversa dalla nostra, a dispetto dei partiti e delle diverse lobby che ci vogliono nemici e non semplici avversari. Su questa ignoranza si basa il loro potere: divide et impera. Questi sì che sono i veri nostri nemici da abbattere al più presto per poterci riprendere le nostre libere vite per collaborare affinché anche al nostro diverso prossimo venga restituita la sua.

  3. Jeep ha detto:

    Un altro prezioso cammeo, Professore; e un’ altra verità incontrovertibile. Uni schizzo impietoso di una società morente per mano di infestatori senza morale e che pretendono di farsene maestri.
    Via le mani dalle nostre vite, vile gentaglia. Siete le feccia della nostro società!

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