L’ INGIURIA ALLA VITA
A Napoli, in una Italia in feroce crisi economica e in un sud sconquassato da una tempesta perfetta, uno dei tanti regni dove il lavoro nero, contrabbando e abusivismo dilagano e si autorizzano da sé per consuetudine e diventano lavoro grigio perla a tutti i livelli, specialmente gli alti, un solerte ispettore del lavoro ha multato un giovane pizzaiolo di 38 anni che si faceva aiutare dalla moglie senza regolare contratto di assunzione: 2.000,00 euro, insostenibile onere che ha indotto il giovane artigiano, in situazioni precarie, al suicidio. Il giovane disperato si è tolto la vita inalando monossido di carbonio, emesso dal tubo di scappamento della vettura, dopo essersi chiuso nell’abitacolo.
Da crederci a stento. Stentiamo a credere, infatti, che il solerte ispettore non avesse incontrato quel giorno casi ben più eclatanti e dannosi per lo Stato di cui occuparsi, che egli non sia uno dei tanti guardiani che spesso vigilano guardando dall’ altra parte, per compenetrazione nel diffuso problema sopravvivenza o per motivi inconfessabili.
E risparmiamoci la battuta “ho fatto il mio dovere”, perciò, un escamotage dialogico farisaico; vorrei sapere se e quante volte questo suo dovere ed altri come privato cittadino e funzionario pubblico, a casa e fuori, il suo dovere, egli, l’ inflessibile ispettore, l’ abbia trascurato. E i diversi motivi. Il trionfo della ipocrisia. Summum ius summa iniuria. Suscita una indignazione incontenibile, nessuna condivisione, occorre avere il coraggio di dirlo. Sarebbe bastato un buon avvertimento. Non voglio pensare a qualche pizza gratis. In questo Paese, pluriomicidi condannati e stupratori circolano in libertà e tornano a delinquere, perché qualcuno “ha fatto il suo dovere”, ha applicato la lettera della legge.
Sarà soddisfatto e orgoglioso. Io, al posto del giovane pizzaiolo, prima di procedere con l’ insano gesto, forse ne avrei compiuto un altro. Per pareggiare i conti a favore della Umanità troppo spesso vittima di coloro che sanno fare così il loro dovere.
Alle leggi ligio, ma con una mano grande poggiata sul cuore.
Forse, solo cosi’ l’uomo riuscira’ a far quadrare i conti dei debiti che via via accumula, inesorabilmente, respirando aria e calpestando polvere.