TANTI PICCOLI DESPOTI
Anche la democrazia (che , tuttavia, non esiste in natura), se, in mano a fanatici, diventa ossessione sfrenata, perde il suo originario progetto di razionalità e, anzi, travolge ogni possibile ordine sociale e, soprattutto, questo tipo di stravolgimento, rispetto ad altri regimi, è il più duro a riportare i cittadini nei limiti della civile convivenza. Chi dovesse tentare di farlo, infatti, apparirà un bieco conculcatore di diritti di libertà, un despota, un golpista.
La nostra democrazia, oggi, è diventata solo strumento di potere e, quindi, oggetto di arrembaggio da parte dei singoli cittadini, delle istituzioni e di alcune categorie sociali. Presto anche la folla reclamerà la sua parte e, in piena oclocrazia, scorreranno violenze, anche senza i colletti bianchi degli autori di oggi. E fa specie il dover riscontrare che le prime avvisaglie le dobbiamo già rilevare, non per le strade e nelle piazze, ma nel Palazzo, là da dove, invece, dovrebbero partire segnali illuminanti, sicuri, indiscutibili sui doveri che impone una vera democrazia: il rispetto del prossimo, del suo diverso pensiero, della diversità dei ruoli, la collaborazione ai fini del bene del Paese, il riconoscimento della diversità delle idee come presupposto essenziale della democrazia. Ma, in genere, in Italia tutti coloro che reclamano di continuo a gran voce la democrazia sono piccoli dittatori, avidi di prevaricazione, desiderosi soltanto della propria libertà e, se non ottengono ciò a cui ambiscono, si sentono vittime di ingiustizia e legittimate a revanchismi sociali, covano risentimenti e concimano il terreno della discordia. In questo modo, la democrazia viene usata come arma impropria e il popolo è costretto vivere in continua guerra sociale, un continuo scontro di attacchi e di difese.