VEDO NERO
“Sono stanco d’ essere bianco…”canticchiava Bruno Martino alla mia gioventù, bella di speranze e gentile di aspetto, mentre facevo le contorsioni ad occhi chiusi, con una ragazza nello spazio ruffiano di un mattone, spesso, sorvegliati a vista da chi non intercettava ma leggeva a meraviglia il ‘labiale’ negli occhi e nel cuore; “ …la mia faccia voglio tingere di ner”, e finiva il piccolo sogno, l’ incanto antico di tre minuti scarsi a disposizione per gentile concessione di una sorte speciale, inconsapevole anche lei dei giorni neri a seguire.
Che tempi, che giorni, che cori…! Silvia (pardon!), qualcuno, per svegliare l’ ambiente gettonava “sei diventata nera, nera, nera…” scoppiettante a voce gioiosa vianella.
Oggi si scatenerebbe l’ ostracismo a colpi di invettive razziolanti, staccherebbero la spina, rescinderebbero contratti, diserterebbero i nights. E si perderebbero il meglio, ‘sti quattro straccioni paparazzisti mediatici, imbarazzisti di scena alla ricerca del senno perduto.
Ed ecco; in Italia si allestiscono basi di sbarco dal Congo con amore. Come fu allora, di qualche anno fa, per il coup de foudre di Franceschiello Franceschini per Jean Leonard Touadi, come è stata ora la scelta pre di Letta per Cecyl Kashetu Kienge. E meno male che la somala Dacia Valent, tra gli altri apprezzamenti, ci ha pubblicamente chiamati “italiani bastardi, italiani di merda”: e da noi premiata con elezione al Parlamento europeo, non tanto per porgere l’altra guancia, quanto per posizionare tutto il culo. E per omologare il giudizio, per delibare una sentenza da repertorio.
Che dobbiamo fare? E’ il tempo delle quote nere; i cinesi si stanno organizzando per il giallo; in Italia si può stare certi che si è eletti anche per il solo colore della propria pelle: altri meriti? Non pervenuti. Un razzismo per bene, e a fin di bene. I bianchi non sono previsti. Tanto per dar ragione alla somala, ché contraddirla parrebbe brutto, e pure sbagliato visto l’ andazzo. Io vedo nero.
Negli anni ’60 Nino Ferrer cantava “Vorrei la pelle nera” un altro profeta. Che dire? “…la mia faccia voglio tingere di nero”.N’est ce pas? Si buana.
Carissimo Prof. Viva il pensiero libero! Ha perfettamente ragione anche Benedicta: guai ad uscire dal gregge! I liberi pensatori sono i peggiori nemici del pensiero omologato e imposto con la forza, con la complicità della insipienza dei più che temono di sostenere le proprie idee se non si uniformano a quelle ufficiali. Certo, fa soffrire, ma sappiamo che se nel prossimo futuro riuscirà a sopravvivere anche una sola molecola di libertà di pensiero questo sarà grazie a chi non si è venduto, non si è schierato e ha presidiato nel suo piccolo il concetto di autodeterminazione, rinunciando a privilegi e carriere brillanti e rapide. Uno di questi sarà stato Lei certamente. Cordialità, ciao.
Egregio Prof. Lamacchia, ha letto le ultimissime? abolito il reato di clandestinità. Sotto un profilo puramente etico non posso arrogarmi il diritto di fare la parte della sapiente, un po’ perché non sono abbastanza fornita degli elementi giusti, un po’ perchè, come la maggiore parte del popolo italiano sono sottoposta ad un continuo bombardamento di vessazioni ( da quelle economico- tributarie a quelle psicologiche-ideologiche) che mi potrebbero far reagire in difesa, ormai in trincea, non foss’ altro che per istinto di sopravvivenza, con poca lucidità e molta emotività.
Quanto c’ è di sbagliato nel considerare il proprio Governo come una famiglia che debba prima di tutto rendere possibile e dignitosa la vita dei suoi membri, come avviene in tutto il mondo?
Ma quello che scatena le endorfine è l’ imposizione liberticida e traditrice di una classe politica notoriamente ricca, approfittatrice, che, di fronte al problema, se la vuole cavare con la forza e accantonando le diffuse miserie di noi italiani portati allo sbando da governi dissennati, chiacchieroni, arroganti, a cui non si può che opporre resistenza a tutto campo. Qui si muore di stenti ormai, ci si suicida ogni giorno, ma ciò non sembra interessare i benpensanti al governo che importano e spalancano le porte a chiunque senza disporre di mezzi per l’ accoglienza, laddove le sproporzioni sono enormi e presto, a divisioni fatte, saremo tutti poverissimi e dovremo emigrare. noi italiani, Ma dove?!
Io, Prof., non mi ritengo razzista né ho nulla contro gli stranieri di diverso colore della pelle; ma sono molto preoccupato, però, per la situazione e le conseguenze derivanti da una immigrazione-fiume sfuggita ad ogni ragionevole controllo e programmazione che, perdurando, può risolversi in gravi danni irreversibili. E sono anche molto incavolato verso questi delinquenti che ci governano e che vogliono impedire ed ostacolare ogni diversa opinione, oltre che imporre a tutti gli italiani e per legge la integrazione, rinnegando ogni libertà di coscienza. E poi trovo ridicolo che scelgano per posti di potere gente solo per il colore della loro pelle: questo sì che è razzismo! E’ così che si fomentano le reazioni più imprevedibili. Saluti..
Italia nera; oh Italia, signora dei colori di cosi’ tanto mare, di quelli delle colline dolcissime, di quelli delle nevi alte sui monti piu’ alti di tutto il continente. Le lenti nere son roba da buttare, tanto il nero lo si vede lo stesso. Che dire, che fare!? : tirarlo giu’ dalle sedie dei tavoli nostri, e che vada a casa sua a fare il Bwana! N’est-ce pas?
Perdona, Michele, l’abito rosso; io di solito vesto il nero, i sabbia d’estate, o i pastello.
Sciava.
Prof. Prof. Prof.! La leggo molto preparata sulla discografia anni ’60: ci pensa? lo capisce che queste canzoni ce le avrebbero censurate se ci fossero state le teste di c…che esercitano il potere oggi?! ci pensi: anche per questo, che meravigliosi anni ’60! Ma questa gente da dove viene?! Se c’ é un razzismo da sostenere a spada tratta è proprio questo disprezzo verso le class usurpatrici della nostra libertà di pensiero e che si sono autonominate arbitre delle nostre vite e delle nostre opinioni; me lo lasci passare: teste di cazzo! Uffaaaaa! Che faccio adesso? devo scapparmene latitante in Bolivia?
Caro Prof., un altro piccolo cammeo. Ovviamente, non c’ è da farsi illiusioni: ci sarà sempre un intelligentone che rileverà uno spirito di razzismo che non vedo assolutamente in Lei. Ma siamo in Italia, e andare con i propri piedi senza seguire le masse intruppate dai kapò è pericoloso. Il pensiero ( si fa per dire) dominante ha le sue regole e non lascia spazio ad altri. Solo così così possono prendere il potere e potranno schiavizzarc i detentori del potere che non intendono mollarlo per nessuna ragione. Viva il pensiero libero! Baci