Note a margine n. 312

leo

I LEONI GIOCANO SOLO SUL SICURO

Qualcuno osserva (fondatamente) che i media pendono dalle labbra di alcuni personaggi politici riportandone ogni minima sciocchezza e ignori altri di pari e maggior livello. E se ne chiede la ragione. Ecco il mio pensiero, nella maniera più concisa possibile. Non è da escludersi una variante della sindrome di Stoccolma: provo a spiegarmi. In ogni gruppo sociale (famiglia, scuola, classe, comitiva…) si verifica per legge naturale il fenomeno che gli psicologi chiamano “descrizione”, per il quale a ciascuno viene progressivamente attribuito un ruolo fisico e/o morale (il burlone, il musone, l’ amicone, il confidente, il consolatore, il coraggioso, il figlio buono e il figlio cattivo, l’ altruista, l’ egoista, il decisionista, la guida…) in base alla più diffusa percezione dei singoli e alla definizione dei suoi caratteri e peculiarità. A questo, per contro, fa riscontro la tendenza del singolo a immedesimarsi e consolidarsi nel ruolo/parte attribuitogli, per assicurarsi la accettazione da parte degli altri e la propria permanenza nel gruppo. Sì che la soggettiva interpretazione (peraltro spesso errata per eccesso o per difetto, (a seconda delle caratteristiche dell’ interprete) si oggettivizza: il ritenuto buono diventa buono, il ritenuto cattivo lo diventa davvero, il ritenuto nervoso lo diviene. Così, il ritenuto scaltro o forte lo diventa effettivamente nel pianeta gruppo e gli altri che lo hanno inventato finiscono per temerlo davvero, averne rispetto, farselo amico per via, anche, dell’ istinto di conservazione; ci rimette, alla stessa maniera il buono, l’ accomodante, l’ altruista, il pacioccone… “condannato” a non reagire, ad accettare di tutto, quasi ad asservirsi come vuole la “descrizione” del parte dl gruppo. Spesso uomini ritenuti forti nell’ ambito di un gruppo non lo sono per niente o lo sono molto meno quando si trova a giocare “fuori casa” dove i nanetti lo hanno fatto re e dove lui “deve” fare il re. Ho conosciuto padri che a casa fanno i ras e che diventano conigli fuori dalle mura domestiche e uomini (che a casa beccano schiaffi e improperi dalla mogli e sberleffi dai figli, sedersi alla scrivania, o a un banco o in cattedra di aula scolastica o giudiziaria e incutere timore, quasi per un recupero compensativo delle loro frustrazioni.
Il forte del gruppo lo rappresenta come suo cervello e motore, ne diventa l’ ipse dixit e, come tale, ogni sua parola o espressione diventa rilevante anche per gli altri (compresa la stampa), per il contagio del processo di sopravvalutazione.

Pubblicità
Questa voce è stata pubblicata in Uncategorized. Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...