IMPOTENZA
Che potrei mai rispondere, spiegandomi, a mia moglie che mi vede intristito, svogliato, indolente, amareggiato, arreso, insonne, depresso: insomma, incazzato dentro? Come si può spiegare la lacerazione che ti attraversa il cuore, lo spirito, la coscienza, quando ti accorgi che per tutta una vita ti sei preparato a cazzo, ti sei formato, hai studiato, hai creduto sempre a cazzo, che, scegliendo di studiare Giurisprudenza te ne sei fatta, involontariamente, una fede ingannevole? E poi, unita alla tua naturale solidarietà umana verso il prossimo derelitto, colpito, vittima, hai creduto che fosse tuo preciso dovere non restare a guardare. E quando ti sei accorto che le vittime più massacrate sono quelle colpite proprio da quegli strumenti e uomini che erano creati per la giustizia e che, invece, hanno saputo inventare una giustizia collaterale, blasfema, truce, mistificatrice, per incidere sulla realtà con disegni e progetti basati sulla incertezza del diritto, sull’ imbroglio delle teorie elasticizzate su misura da personaggi che ben poco o nessun onore danno alla giustizia, e che abusivamente tendono ad identificarsi con questa; ebbene, come puoi rimanere indifferente, estraniarti, chiamarti fuori? La Giustizia in cui posso credere è indivisibile: è per tutti o non è per nessuno. Quanto cinismo dovrei avere per non sentirmi coinvolto in un massacro del testo del mio Credo sballottato nelle mani sacrileghe e dissacranti di incompetenti, di velleitari, di ignoranti, corrotti, di loschi figuri elevati agli esponenti dell’ arroganza, del revanchismo sociale, del populismo, dell’ ipocrisia, di privilegi, di immunità? Quanta immoralità dovrei possedere per nutrire ancora un briciolo di speranza o un residuo di stima per gli immuni responsabili della distruzione di una civiltà millenaria che è stata faro per mezzo mondo e per secoli? Parlano ancora, e straparlano della piaga della incertezza del diritto; eppure, sbagliano; nulla è più certo della ingiustizia. Stiamo vivendo giorni bui; stiamo bestemmiando in nome dell’ antigiustizia. Ed io non ci sto e schiumo di rabbia per la mia impotenza. Giustizia è morta e le sue spoglie sono state cacciate persino dall’ altare della Patria.
Un gioiellino da stampare e da conservare, da far conoscere almeno a quelli che ci seguiranno nel tempo, quando il nostro caro Paese avrà ripreso onore e dignità, o sarà diventata un giungla selvaggia nelle mani dei barbari. I veri barbari, quelli che usano la legge a proprio comodo e per il proprio potere assetato di sangue e vendette. Un giorno, sarà bene rammentare da dove veniamo, quali piaghe sociali abbiamo vissuto per mano di categorie omertose di gente senza scrupoli, né decoro, sempre pronta a giudicare ma mai a farsi giudicare per davvero. Homo homini lupus? sed lupus non est lupum!