PUNTO CRITICO
No, non sono andato in ferie; sono rimasto qui, in sede, a boccheggiare per via dell’ afa umida, transumando da un divano all’ altro, con la variante di poltrona e letto. Aria condizionata, per fortuna; ma si impongono le finestre chiuse che tolgono aria. Anche quest’ anno ripetendo che un’ estate così non l’ avevo mai vista, scordarello di quelle passate, a volta anche peggiori. Non viene desiderio di scrivere, apatia a tutto campo, quella che appiattisce la voglia di dirgliene quattro sui denti almeno ad una masnada di cialtroni che ogni giorno di più infierisce e intralcia la nostra vita, la stessa voglia di vivere persino. Si protesta, si contesta, si reclama: e i motivi non mancano, anzi, sono così tanti che disorientano. E non sai da dove cominciare ad imprecare di brutto, evocare le ascendenze, le corna ramificate, e gli usi impropri ( diversamente orientati, come per legge si deve dire ora) del culo. Come recentemente interpretato dai nostri solerti e indaffarati legislatori e scassazionisti.
Sarà la depressione indotta, la senilità, la rabbia impotente; certo è che mi sento giunto al punto critico. Quello dove diventa lecito urlare, con voce impostata, un VAFFANCULO king size – formato famiglia, e con colonna sonora stereo gridare una sfilza di nomi che te ne stanno facendo di tutti colori da una vita.
Persino mia moglie – che ha intuito il pericolo – si tiene a distanza di sicurezza. Se pote fa ‘sta vite?
Carissimo Prof. accaldato e accalorato, se pote fà sta vite? non si dovrebbe fare, eppure la facciamo, ce la fanno fare; me ne andrei a vivere a Locarno, se potessi. Ma poi, in mano a chi la lasciamo questa vecchietta bisognosa? alla badante Rosy, alla ricca Veronica, ai Travagli, agli Epifani? Qui sono nata e qui devo restare, e vedere come va a finire: Ca irà!