Note a margine n. 278

applausi

A VOLTE RITORNANO (LA FORZA DEVASTANTE DI UNA LEGGE DEL CAZZO)

I disegni di legge – specie per una Camera che dovrebbe occuparsi di cose molto più urgenti e vitali – ritornano con una regolarità, direi, “intestinale”, in modo particolare quando sono delle vere deiezioni. Infatti, oggi siamo alle solite; ecco cosa scrissi e pubblicai in proposito nel novembre 2009. Oggi, Marcello Veneziani, nella sua rubrica sul Giornale, riprende l’ argomento prossimo a sbarcare ancora al Parlamento (che non ha altro da fare).

“Adelante, Pedro, con juicio!”
Il disegno di legge approdato recentemente in Parlamento a tutela delle persone caratterizzate da diversità di orientamento sessuale, oggetto, purtroppo, di discriminazioni e violenze, non è stato approvato, per motivi ideologici.
Il predetto disegno di legge per una efficace tutela di questo aspetto della società, tuttavia, se da un lato è auspicabile – per vari motivi – dall’altro, così come era stato congegnato, andava a creare pericolosi scompensi giuridico-sociali tali che, alla fine, avrebbero potuto addirittura acuire la sindrome dell’omofobia, anziché eliminarla.
Ecco, in proposito, qualche breve considerazione.
1) Innanzitutto, va premesso che è del tutto illusorio l’immaginare che il ‘pensare omofobo’ possa essere eliminato per legge; una legge, comminando sanzioni, può, in un certo modo, avere effetti dissuasivi verso comportamenti ed azioni, ma non può – di per sé – conculcare un pensiero, un modo intimo di sentire e di valutare. A ciò può provvedere solo un’efficace attività di educazione.
2) Il disegno di legge de quo, in buona sostanza, basava la propria efficacia sull’aggravamento della sanzione nei casi in cui la violenza e l’aggressione fossero state perpetrate ai danni di un omosessuale. Stesso trattamento in danno di chi avesse espresso o diffuso valutazioni a favore della eterosessualità. Nulla di più aberrante, determinato dall’impulso emotivo e dal frettoloso desiderio di apparire al passo con i tempi. Libera pubblicità alla omosessualità ma non alla eterosessualità.
a) La smania di una pur necessaria tutela verso una categoria sociale non può far dimenticare che esistono anche diverse altre fasce di popolazione, anche certamente e prioritariamente bisognose: bambini, anziani, portatori di handicap, donne in gravidanza, soggetti in stato di incapacità (anche provvisoria) di intendere e di volere, etc. Una legge che tutelasse, con l’aggravante della sanzione, soltanto gli omosessuali, sarebbe antistorica, puramente ideologica, asociale, ingiusta, incostituzionale perché in violazione dell’art. 3 della Costituzione Repubblicana;
b) Come farebbe un giudice ad accertare seriamente se i motivi dell’aggressione e della violenza consistano nella diversità di orientamento sessuale e non in altri? Dovremo essere condannati o assolti per “lettura del pensiero” o all’esito di perizie psichiatriche? Se date uno spintone o uno schiaffo ad uno che vi sta scippando, o durante un banale litigio sfociato in rissa, certo non glielo date per il suo orientamento sessuale (ammesso e non concesso che questo sia rilevabile de visu); allora, perché lo spintone all’omosessuale deve essere punito più gravemente di quello che tirate ad un eterosessuale? Uno schiaffo od un pugno hanno la stessa gravità anche se dati ad un eterosessuale. E come si comporterebbero, in giudizi simili, il giudice ‘etero’ e il giudice ‘omo’, il giudice laico ed il giudice etico?
c) La legge, prima che una funzione retributiva-punitiva, ha la funzione prioritaria dissuasiva, nel senso che è finalizzata a indurre ad astenersi dal commettere un reato per la consapevolezza della sanzione. Orbene, mentre le fasce sociali deboli, sopra elencate, si presentano come sono oggettivamente alla vista di chiunque: l’omosessuale no, o comunque, non sempre, infatti, egli è conclamato. Anzi, spesso, si tratta di palestrati con virile muscolatura da porto d’armi. Sicché, per una corretta applicazione dell’aggravante legislativa occorrerebbe che il malintenzionato sappia con certezza, subito e prima, il particolare orientamento sessuale di colui con cui ha che fare: e a ciò potrebbe provvedersi soltanto con un ben visibile segno distintivo, una divisa, una mostrina, etc. (v.si un carabiniere, un poliziotto, un magistrato, etc.) ed una annotazione formale su documento di identità e/o documentazione ufficiale anagrafica con data certa, dove venga indicato: sesso né M, né F, ma D (diverso). Classe privilegiata, intoccabile. E per i bisex, poi, quid juris? E poi, perché soltanto le ‘quote rosa’ negli organi collegiali? E le quote, diciamo, ‘verdi’, no? E cosa fare, poi, per le toilette riservate ad hoc, una per ogni tipo di ‘orientamento sessuale’? E quanto rischierebbe il prete sull’altare semplicemente nel leggere ai fedeli le lettere di S. Paolo messe al bando dalla legge?
Vi immaginate il groviglio del contenzioso che ne deriverebbe? E le sicure ingiustizie? E il conseguente acuirsi delle mentalità omofobe e il sorgere revanchista di nuove, più astute, più agguerrite? Alla fine si otterrebbe il contrario di ciò che si vorrebbe.
In questi giorni, il Tribunale di Roma ha sospeso il processo ed ha concesso due anni di ‘messa in prova’ agli otto rei confessi violentatori di Montalto di Castro di una ragazzina, poco meno che quindicenne, rimasta distrutta anche psicologicamente. Per due anni dovranno fare i bravi ragazzi, dovranno fare il sacrificio di essere normali ragazzi: nient’altro. E’ la legge, una porcata che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini, ma è la legge. Ecco che cosa può riuscire a fare una legge.
Orbene; ben venga pure una legge, ma che non sia una padellata di fritto misto. ‘Adelante, Pedro, ma con juicio!’

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6 risposte a Note a margine n. 278

  1. helena ha detto:

    Altro che applausi, una ovazione! e che tu possa sentirne almeno l’eco, sfocata forse dalla troppa distanza, ma fedelmente riflessa. Altre e non poche volte hanno allietato queste pagine alcuni degli articoli pubblicati anni prima su un giornale per il quale scrivevi regolarmente, a dimostrare come il trascorrere del tempo non sia riuscito a scalfire la giustezza della tua analisi riguardo ai problemi sociali che pesavano gia’ sull’ Italia, e a lasciare valida ed incredibilmente attuale ogni tua passata considerazione. Considerazioni come queste sarebbe utile stamparle ed esporle neile bacheche dei corridoi e degli uffici delle Camere Parlamentari, per far riflettere chi di dovere, prima di apporre firme affrettate su approvazioni di leggi e di norme che potrebbero danneggiare la serenita’ dei cittadini e loro stessi. La vita e’ una cosa seria, cerchiamo di volerle bene e di non sprecarla, e’ peccato grave.
    A proposito, e’ nato il futuro Re d’ Inghilterra, George Alexander Louis Principe di Cambridge, per ora solo bebe’ del grande nuovo esercito tecnologico dei Pannoloni. Il resto bisogna conquistarselo. Tanti auguri.

  2. Benedicta ha detto:

    Dai Frida, non esagerare; tra tante casalingue intra ed extramoenia, tra tante professioniste mancate o esodate, le brevilaureate, oltre alle “smutandate” ci sarà pure qualcuna di grado superiore che magari usa il filo interchiappale o intergluteico! Non è che faccia molta differenza, però bisogna riconoscere i meriti là dove sono.

  3. Frida ha detto:

    Egregio Aldo, mi associo completamente alle tue parole che ho appena letto e riletto assieme alle osservazioni del prof e degli altri. . Il potere non significa avere competenza, intendersene. La maggior parte sono delle smutandate e sbarbatelli che giocano a fare i vip e se la spassano a spese nostre. E’ indecente, è osceno; ma questa gente da dove viene? dove ha vissuto sino ad ora? Prima che facciano danni irreversibili, io li liquiderei profumatamente e li manderei a casa, alle loro mansioni domestiche! porca miseria! Ciao Prof.

  4. Aldo ha detto:

    Io non riesco a capire se questa gente ci è o ci fa? Con tutte le urgenze che premono alle porte ed il concreto pericolo che le tensioni sociali si trasformino in qualcosa di molto più cruento, si azzardano a fare delle leggi sociali senza avere le minime basi culturali che necessitano per il varo di una normativa in un campo così delicato come quello in oggetto. Non si tratta di un regolamento di condominio; possibile che debbano continuare a sbagliare sulla nostra pelle? Qui faranno un casino senza precedenti: e quando una legge è fatta male si regala ancora più potere alla magistratura alla libera interpretazione. E la certezza del diritto se ne va ancora una volta a puttane. Mi scuso della parolaccia. Per fare una legge sociale occorrono competenza giuridica ed esperienza normativa: dove stanno?

  5. Gray ha detto:

    Caro Professore, leggendo, ho rammentato di aver già trovato questo Suo interessante articolo qualche anno fa, pubblicato su MERIDIANO SUD del novembre 2009 che conservo tutti ancora quando c’erano Suoi articoli. Forse dovrebbe raccoglierli tutti. Anche io la penso esattamente così e spero che desistano dal varare una legge che avrà certamente effetti del tutto negativi e discriminanti rispetto a fasce sociali che veramente meritano una considerazione distinta,. Salutissimi Prof.

  6. FIDELIUS ha detto:

    Ho appena letto l’ articolo di Veneziani: ottimo come sempre. Ma la tua analisi è senz’ atro più apprezzabile, considerato anche che risale al 2009. Dove venne pubblicata? Condivido in pieno. Bravissimo Prof!

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