Note a margine n. 273

imani

CARRETTA, CERNECCA E COSI’ VIA

Immagino – e non credo di sbagliare molto – che qualcuno di casa e amici, magari tra i più giovani dei miei lettori, abbia potuto ipotizzare un certo mio eccesso nell’ evocare, sia pur en passant, alcune crudeltà sincretiche frutto, in tempi non lontani, di diffusi disordini ferocemente aggressivi, di sospensione di ordine pubblico, di stato di diritto, di diritti naturali umanitari e soprattutto, di pietas sociale. I meno giovani, certamente, avranno come me conoscenze e memorie difficilmente sottovalutabili al momento in cui, con selvaggia determinatezza e goebeliana persuasione, si sentono, a livello di vertici politici, levarsi crescenti di voci che fomentano subliminalmente la violenza sia lessicalmente dandola per già esistente e a mala pena tenuta a freno per loro merito.
Il vecchio e sperimentato sistema chicagoan del terrorismo protezionistico: affiliati a noi, schierati dalla nostra parte, pagandoci magari col voto, noi soli ti possiamo proteggere, noi solo ne abbiamo i mezzi, per metterti al riparo dalla violenza.
Ecco, un’ altra forma di violenza: subdola, surrettizia, che ti colpisce allo stomaco, specie se hai dei ricordi. Ho già citato il lungo massacro selvaggio del direttore del carcere di Roma, Donato Carretta, presente in aula come teste, da parte della folla inferocita a norma e lasciata in balia degli agitatori; e poi, …beh, quanti casi! andate a cercare in internet Nidia Cernecca. Il gioco a palla (per giorni) con la testa mozzata del padre della piccola presente (sette anni, ma meglio impari), però, in base alla teoria non si butta mai niente, l’avevano prima portata (la testa) dall’ orologiaio per farle togliere due denti d’oro. Era solo un impiegato al Comune, mai politica, mai un litigio con nessuno. Antipatie private, invidie, gelosie, sconosciute, imprevedibili, covate segretamente. E veleni: come quelli che straripano, più o meno velati, vestiti elegantemente, in qualche mail che mi giunge, ormai scontata nella sua periodicità, supponenza inquisitoria, frutto di accusatorie contorsioni mentali che, dopo vani tentativi, non mette più conto di riscontrare.
Oggi queste sono le prospettive concrete: se non stai dalla parte giusta “vengono prenderti a casa”. Sei innocente? E che conta?! Mica lo devi sapere tu; magari sei un criminale e non lo sai perché non ti è ancora stato dichiarato, delinquente fino a prova contraria!

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3 risposte a Note a margine n. 273

  1. helena ha detto:

    ” Non avevo previsto, per mancanza di coraggio intellettuale, che il mondo divenisse sempre piu’ feroce… ” (W.B. YEATS) .
    Non conoscevo i fatti atroci riportati su questa pagina; istintivamente ho girato la testa per non vedere, imponendomi poi una lettura veloce, per farmi perdonare la debolezza.,Queste cose non si possono lasciare ai margini di una strada, chiuse nel sacco della dimenticanza, ne’ lasciare solamente un’ orma sulla sabbia, che’ un soffio di vento le confondera’ per sempre i lineamenti. Occorrono invece timbri di ferro che appostino sigilli di ceralacca per garantirne la memoria.

    Che il sacrario in memoria dei caduti
    ricordi invece di me: il suo compito e’ questo.
    Che il giardino in memoria ricordi,
    che il nome della via ricordi,
    che l’edificio celebre ricordi,,
    che la casa di preghiera che porta il nome di Dio ricordi,
    che il rotolo avvolto della Legge ricordi, che la preghiera per i morti ricordi.
    Che le bandiere ricordino,
    questi variopinti sudari della Storia
    che avvolsero corpi divenuti polvere.
    Che la polvere ricordi.
    Che la pattumiera sulla porta ricordi.
    Che la placenta ricordi.
    Che l’animale dei campi e gli uccelli del cielo mangino e ricordino,
    e che ciascuno ricordi
    Cosi’ potro’ riposare.
    ——–YEHUDA AMICHAI
    3-5-1924 — 22-9-2000

    .

  2. Gray ha detto:

    Non ne sapevo nulla o quasi, professore; ho letto…che orrori!! e quanto al direttore Carretta ( non imputato, ma semplice testimone, strappato dall’ aula e dalla protezione dei carabinieri presenti) gli italiani sono stati davvero all’ altezza dei peggiori criminali: italiani brava gente. Se tutti sapessero cosa significa rivolta popolare la smetterebbero di aizzare la gente e seminare odio. Oggi sarebbe ancora peggio. Ma l’ apologia di reato non esiste più? L’incitamento a delinquere è ammesso? Possibile che non esista nulla di più grave delle esuberanze sessuali di Berlusconi di cui gli addetti ai lavori dovrebbero occuparsi, a cominciare dagli stupri di gruppo da parte dei cosiddetti figli di buona famiglia? possible che dobbiamo elemosinare attenzione, protezione, rispetto, diritti sacrosanti di cittadini e occuparci di oranghi e assimilati?! BASTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non è certamente per questo che “tutti gli italiani dovrebbero sentirsi offesi” ! Lascino stare etica e perfino le nostre emozioni, predoni!.

  3. Aldo ha detto:

    Sapevo già qualcosa di queste storie da brivido per una nazione italiana che vanta una storia culturale e civile di tutto riguardo. Ma sono andato a rivedere…Ma lo sa prof. Lamacchia che la Cernecca ha avuto poi la disavventura di incontrare come vicino di spiaggia uno degli assassini di suo padre, il giocatore? Lo riferì in tv. Lei si era rivolta anche a Montanelli per chiederli consiglio per poter guardare negli occhi quel demonio; ma Indro la sconsigliò di farlo.

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