Note a margine n. 265

CAPPIO

CRONACA NERISSIMA

Ricevo da Elmiki e pubblico:

MARAMEO!

Or che condannato è Berlusconi
sentiamo l’ odore di promozioni;
vinto finalmente è il gran trofeo,
il briccone che ci fece marameo!
Sconfigge or sempre i porcelloni
la giustizia che dà le interdizioni
e la lunga galera al gran babbeo
che fe’ bunga bunga nel gineceo!
Erano spavaldi lui ed i volponi
che d’attorno stavan birbaccioni
mentre lui galoppava da romeo
e con molte donne faceva rodeo!
Ben hanno fatto le persecuzioni
ora pagherà le sue trasgressioni,
adesso sconterà la vendetta il reo
il qual inviso era ad ogni plebeo.
Massacrato lasciatelo penzoloni
star secondo le nostre tradizioni:
così si chiude questo gran torneo
evviva la giustizia da Colosseo!
Mozzategli la testa al psiconano
in nome del bue popolo sovrano!

Elmiki

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4 risposte a Note a margine n. 265

  1. helena ha detto:

    DITE UNA PAROLA BUONA SU TEL AVIV
    Il clima che piu’ amo al mondo
    e’ il clima di Tel Aviv nelle notti d’inverno.
    Tel Aviv e’ come una donna che hanno gettato vestita
    nella vasca da bagno,
    dei ragazzacci le hanno fatto questo, e ora ella vaga
    umiliata per le strade in cerca di compassione.
    Siate misericordiosi con questa citta’, ditele una parola calda.
    L’aria passando le accarezza le guance, ma non si arresta.
    Le melodie dell’umidita’ trafiggono tra i quadrati delle case,
    sbucciano l’intonaco. Tel Aviv si addormenta in piedi
    emettendo gemiti lacerati nel sonno.
    Dite una parola buona su questa citta’, merita indulgenza.
    da Clima –
    Meir Wieseltier-

    i,

  2. helena ha detto:

    per tentare di finire, riprendo da:
    // qui trovera’ cio’ che cerca ogni amante d’esotismo // ben digeribile, senza impegni, a condizioni // relativamente vantaggiose. // E’ ora della musica notturna, col suo onanistico sogno collettivo. // O altrimenti detto: una torta di crema densa e pessimo marzapane, a tre strati // per il cinquemila settecentesimo trentesimo quarto // compleanno del mondo.”
    ——– Meir Wieseltier – n. 1941 e residente a Tel Aviv

    Ciao Elmiki, perdona che’ temo mi voli via un’ ennesima volta, la tecnologia e’ ancora bebe’…!

  3. helena ha detto:

    Ci sono ritardi nelle risposte a volte causati da mancanza di tempo, e la fretta si sa offusca la vista; pero’ no, Elmiki caro, questa volta ero molto indecisa a quale poeta dare il piacere di poterti salutare, ed ecco infine la mia scelta, spero da te gradita, di un poeta che vive il nostro Tempo impietoso, come sempre a noi uomini d’altronde concesso di vivere un Tempo che non ci sia mai padre, ma patrigno in eterno; un poeta dell’altra sponda lontana, dall’occhio vigile e lo sguardo carezzevole, dalle parole dure e chiare che lasciano posto ad una ironia gradevole, e che mal nascondono un amore irrinunciabile e sofferto per la propria terra.
    ” Questa sponda orientale del Mediterraneo // e’ ardua per i poeti // ardua per la parola misurata.// Siamo popoli miserevoli, bram osi delle nostre giuste ragioni. // i nostri slogan giocano la sera nella brezza marina. // Le nostre armi sono gia’ pronte. // I nostri politici si affrettano a dirci // culla della Civilta’. Gerusalemme, Tiro, Sidone, // Damasco culla. Siamo ricchi di profeti. // Siamo la lenta retroguardia di una lunga carovana storica. // Che sono queste bende sudice ai nostri polsi? // Perche’ abbiamo labbra screpolate, e come infatti sputiamo? // […] non dire culla ma veleno, // Damasco, Tel Aviv, Beirut, il nostro fresco veleno // Questa sponda orientale del Mediterraneo fa soffiare // una lieve brezza la sera, // questo bacino orientale del Mediterraneo si riempie // di querula estate e di cocomeri. // Poi e’ notte, come il panno nero di vecchie macchine fotografiche. // Tutto nobile e vecchio, su questa riva leggendaria; // gioite o pensionati // americani o tedeschi // qui trovera’ cio’ che cerca ogni amante d’esotismo // ben digeribile, senza

    impegni
    impeg
    ni

    impegni impegniimpegni, impegni, a condizioni

  4. helena ha detto:

    …Avevo iniziato il commernto con le parole: “Non mi eri sfuggito, Elmiki caro,” e dopo averlo quasi terminato, mi e’ sfuggito, altro che sfuggito, volato!!, ma quando imparero’ a scrivere prima sulla carta, almeno poterlo ricopiare, senza doverne pensare uno nuovo, e che ti venga bello, come quello volato…

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