Note a margine n. 252

leone

 SOLIDARIETA’ MA NON CONDANNA: HIC SUNT LEONES

Qualcuno già ne aveva avuto sentore e i suoi dubbi si aggiungevano a quelli di coloro che si erano chiesti cui prodest? A chi giova veramente lasciare liberamente invadere il suolo italiano dagli stranieri? E per quale recondito motivo? Non è domanda da nulla: qui si chiede agli italiani di dimenticare tutto, persino il Piave.

Qualcuno già ne aveva avuto sentore: che cosa anima veramente i programmi della sig.ra Cécile Kyenge, congolese di nascita e cittadinanza, e poi anche cittadina italiana, nominata neoministra in Italia per l’ integrazione razziale? OK., si diceva, è ovvio che debba fare gli interessi del suo paese di origine a spese del nostro. Che cos’altro ci si poteva aspettare?

Ma qualcuno già ne aveva avuto sentore, ma lo aveva solo mormorato per l’ ovvio e fondato timore delle ritorsioni ad ogni livello che, in questo Paese libero soltanto alla memoria, vengono riservate a chi non s’adatta al gregge. La sig.ra, gentile di aspetto e di voce, ha unghie di tigre.

Redarguita alla Camera dei Deputati per non aver espresso né parole di condanna contro la violenza consumata gratuitamente a Milano da un ghanese contro alcuni inermi cittadini italiani, uccidendone tre e ferendone altre, né parole di solidarietà per le vittime ed i loro familiari, costei ha immediatamente risposto abbozzando solo una breve e sbrigativa frase di maniera di solidarietà: omettendo volutamente la benché minima parola di condanna del violento delinquente o della violenza criminale in genere. Chiedersi il perché è più che mai legittimo: si parla di un nostro Ministro la cui presenza nel Governo è già oggettivamente ingiustificata.

A questo punto si accreditano concretamente i sospetti di coloro che temevano e temono che la Kyenge sia animata da sentimenti di revanchismo contro gli italiani, forse correlato a eventi storici che già sfociarono nel 1962 nel massacro di Kindu (Katanga, Congo), non lontano dal suo paese, dove 13 italiani furono fatti a pezzi a colpi di machete e mangiati secondo le usanze indigene. Quelle con cui dovremmo integrarci.

Sarà odio, rancore, risentimento, o voglia di vendetta: certo è che, nel voluto silenzio della signora, emergono forti sentimenti di disprezzo per tutti gli italiani, anche quelli che non si sono mai sognati d’ essere razzisti. Una forma di razzismo antitaliano che si tende a punire e sminuire con l’ arma della invasione straniera che, a noi italiani, certamente non giova.

Sentimenti incontrollabili che le hanno consentito di giurare una impossibile fedeltà alla nostra Costituzione pur di dar esecuzione al suo progetto a lungo covato e che, forse, viene da lontano nel tempo.

Una Ministro che rifiuta di condannare pubblicamente la violenza di un delinquente armato di piccone, solo perché ghanese, ha scoperto ormai le sue carte e non può che farci diffidare e allarmarci. Non dimentichiamo mai che l’Africa è il continente più razzista del mondo, dove intere etnie da altre etnie vengono con violenza sottomesse e schiavizzate perché vengono considerate naturalmente inferiori. E nessuno ne discute.

La signora non è qui perché ci ama. Non aspettatevi benefici. Pensarlo, temerlo non è razzismo, non da parte nostra: è sacro istinto di conservazione. Hic sunt leones!

 

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