Note a margine n. 247

giornalismo

DUE DOMANDE SENZA VERGOGNA

Emerge sempre più il livello meno che amatoriale, dilettantistico e vacuo di certi giovani cosiddetti giornalisti di sfondamento che ammorbano l’ aria col fetore ogni volta che danno fiato alla bocca.
In diretta TV,  alla giovanissima Martina che si è prestata ad esprimere pensieri ed emozioni ad un gruppo di intervistatori mentre il padre carabiniere, ferito gravemente dalla pistola un attentatore e ancora in lotta tra la morte e una vita di invalido, è stato chiesto: “Lei lo perdonerà?”, in linea con un andazzo comunicativo stantio e ammuffito che governa la ipocrita superficialità diffusa di gente, indigente di valori etici, che non perdona nemmeno alla destra di essere destra e alla sinistra di essere sinistra, che non perdona (e odia a morte) il semplice pensiero diverso.
Al figlio undicenne dell’ attentatore, invece, è stato domandato: “Vuoi sempre bene a papà?”.
Ecco l’ esempio di due domande stronzissime (non trovo termine più acconcio) che dovrebbero comportare la immediata espulsione dall’ Ordine per totale inadeguatezza. Le testate giornalistiche alle cui dipendenze sono i due geniali pulitzer, se li possono anche tenere, tanto il livello è quello. Innanzi alla dignità, serietà, autocontrollo emerso nelle parole della giovanissima Martina, questi due imbrattacarte rappresentano il livello dell’ autoreferenziato giovanilismo che, col sostegno di manutengoli e sensali, pretende d’aver titolo naturale per rimpiazzare la capacità e il vissuto di chi ne è provvisto e, per questo, considerato da rottamare. Idee da non disperdere nell’ ambiente.

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Una risposta a Note a margine n. 247

  1. helena ha detto:

    Chedda ie’ la capa! …Sono i frutti acerbi dell’era tecnologica, che hanno scavalcato con un gran balzo la barriera del nuovo millennio, senza voltarsi indietro neanche un attimo per un doveroso addio d’amore agli ultimi anni del ‘900, vecchio millennio che li ha generati, lasciandolo nelle tenebre, offuscato dal polverone sollevato dalle scarpe delle loro scorribande. Qui c’e’ molto da fare, e procurarsi un “oro” si puo’, con un po’ di pelo sullo stomaco.

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