RAZZISMO ANAGRAFICO
Il giovanilismo: ecco una nuova forma di razzismo al quale pare condannata ciclicamente la società umana, forse per una sorta di legge naturale le cui regole ancora ci sfuggono. E’ l’ ora del razzismo contro gli anziani, specialmente quelli che hanno visto, udito, fatto, pensato, studiato. Anzianità abbassata di livello ad onta di una vita media allungata. Si dà per scontato che i giovani siano assiomaticamente più accreditabili rispetto a tutti gli altri; senza prove, senza esami gli basta il titolo: giovane. Questo accade nel pubblico, nel sociale, palestra di ipocrisia furbastra che non impegna, non mette in discussione né a rischio la nostra presentabilità. Il curriculum per l’ anziano è, invece, una fedina penale ostativa a prescindere. Quindi, è da rottamare.
Nel privato, invece, pretendiamo esperienza e siamo disposti a pagarla, ambiamo alla sicurezza di mani e menti altamente allenate da lunga pratica. Siamo dr. Jekyll e mr. Hyde, vili manutengoli di questa ondata mirata a spazzare via chi si è impegnato perché in genere dà fastidio, inceppa gli ingranaggi delle nullità ed evidenzia gli zeri omologati per anagrafe. E dimentichiamo che i giovani e gli anziani non sono due categorie sociali, e che considerarle tali è una distorsione, una idiozia supponente o deponente.