Note a margine n. 240

allarme rosso

 

TRIA SUNT...

Ecco un trittico di Elmiki rispolverato e rimesso nuovo. Molto attuale.

ER CITTADINO ROMANO

Dice l’omo: “Rischio e vojo rischiare…!
Del mugugno della gente nun m’emporta;
a me me serve soltanto de governare…!
La coscienza ci ha la faccia de morta
della gente io non so che cosa pensare:
Di soldi e potere io me faccio ‘na scorta!
Alla facciaccia de’ stronzi e de’ cojoni
Queste sì, so’ le mejo soddisfazioni!”
Nella nostra italica storia mai si vide
Chi piangere dovrebbe ma sempre ride.
A ‘sto bacherozzo, mo’, fortuna arride:
Ma già son pronte le forze insetticide
Per scacciare le sue furie liberticide!

PRODI PENSIERI

Tra tutti quelli che parlan male degli italiani,
ecco qui il concerto del bolsetto a due mani:
dice che siamo ‘parcheggiatori in doppia fila’,
sparla di noi all’estero, il saggio del duemila!
Lui dice che siamo ‘gente allergica alle leggi’,
lui, il sommo cattedratico dei veri cazzeggi!
Ecco che cosa ascoltare adesso pure ci tocca,
da un che ciancia scorreggiando dalla bocca!

A VOLTE RITORNANO!

Non è vero che lui se ne fosse andato:
il vero è che fu costretto a dare forfait.
Due volte venne e due volte fu giubilato:
meglio sarebbe stato d’andarsene da sé.
Dicono che ancora una volta s’è tesserato,
ma vuoi vedere che si prepara alla rentrée?
Beh, ‘sto pericolo non è tutto scongiurato,
perché, per taluni, non c’è due senza tre!
Per farlo scordare, l’avevano allontanato,
or Montecristo, ricco e potente è ritornato!

Per rifare un nuovo look allo specchio,
è rientrato osannato il grande vecchio:
adesso c’è chi spera davvero parecchio
che lui raduni tutti quanti in un secchio.

In questo nostro amaro duemilaenove,
lui, taumaturgo come il divino Giove,
vorrà darci una mano, metterci un dito,
ma davvero essenziale é vedere dove.
In certi casi, ci occorre ‘ocio’, ragazzi!
che se torna, per l’Italia, sono amari c…!

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Una risposta a Note a margine n. 240

  1. helena ha detto:

    Ci sono giorni particolari che disorientano gli umori e questi ne approfittano per andarsene a casaccio, a zig zag, come se qualcosa gli avesse dato alla testa, e danzano balli che non esistono, se li inventano, mossi dai fili negligenti di un certo stato d’animo. Cosi’ mi sembra oggi di essere, e me ne vado a cercare malinconicamente il paese che ho dentro, ma un binocolo da teatro mi mostra stranamente la sagoma geografica di una Italia piatta, lontana, adagiata sul mare a galleggiare, come fosse una nave lasciata da sola; per riflettere, forse. Ma quello, Elmiki caro, era un binocolo sognatore, da teatro, con lenti di fantasie bugiarde, non lungimiranti come avevo creduto nel disorientamento dello stato d’animo; …e invece chissa’ che strepiti a turbarla.
    Allora oggi in questo stato d’animo, ti porgo i versi, e tutta la sua comprensione, di Qualcuno che non ha certo bisogno di prentazione.

    UN DI’ SI VENNE A ME MALINCONIA

    Un di’ si venne a me Malinconia
    e disse: “Io voglio un poco stare teco”;
    e parve a me ch’ella menasse seco
    Dolore e Ira per sua compagnia.

    E io le dissi: “Partiti, va via”;
    ed ella mi rispose come un greco:
    e ragionando a grande agio meco,
    guardai e vidi Amore, che venia

    vestito di novo d’un drappo nero,
    e nel suo capo portava un cappello;
    e certo lacrimava pur di vero.

    Ed eo li dissi: “Che hai, cattivello?”.
    Ed el rispose: “Eo ho guai e pensero,
    che’ nostra donna ‘Italia’ mor, dolce fratello”.
    —DANTE ALIGHIERI

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