Note a margine n. 238

crocevoto

COSTRETTO A DIFENDERMI – IL DESTINO DEL SEGNO

Oggi mi è accaduto di ascoltare l’efferata pronuncia inappellabile di condanna per complicità con un cittadino pregiudicato come ‘socialmente pericoloso’, plurimputato di una serie interminabile di delitti che vanno dalla corruzione di minorenni alla delinquenza mafiosa, passando attraverso il falso in bilancio. Chiedo scusa se me ne scordo qualcuno. Io, complice di tutto questo?. Costretto a difendermi? A dimostrare la mia innocenza?
Sin dagli anni 2008 e, forse, ancora prima, scrissi paventando che ciò accadesse, che dopo la condanna del reo, sarebbero seguiti per inerzia la condanna e la proscrizione dei suoi collaboratori e, via via, sino a quella dei suoi elettori con relativa deportazione.
Pareva, allora, una previsione per assurdo, mi dissero discutendone e argomentando sul ritornello del voto libero ex art. 48 c.2° combinato col c. 1° art.21 (libertà di manifestazione di pensiero) e art. 3 c. 1 (pari dignità sociale dei cittadini e delle loro opinioni politiche, etc.). Eppure, non ero pessimista come dicevano: oggi si è visto che non era fantascienza.
Nella logica stringente di qualcuno: elettore = complice di tutto ciò che potrebbe aver commesso l’ eletto. Complice a prescindere.
Si poteva credere che fosse lecito votare per uno qualunque dei candidati in liste, che la presenza in lista presupponesse il superato controllo da parte di chi di dovere e, quindi, la liceità della candidatura, della eleggibilità. No, non è così: oggi si vota a rischio personale, ci si trova accusati e coimputati e condannati; lo hanno deciso i veri ‘democratici’, per spaventare gli avversari, terrorizzarli, dissuaderli ‘democraticamente’, rieducarli a dovere. Parrebbe che abbiano inventato le primarie in Italia proprio per verificare chi sono gli iscritti o gli interessati.
Presto arriverà il giorno che anche il non voto sarà considerato favoreggiamento, perché sarà considerata una astensione colpevole, un voto sottratto a questi moralizzatori da regime di terrore.
Spesso, molto spesso, tuttavia, sappiamo cose irripetibili e storie sordide che appartengono alla vita di molti di questi signori inquisitori, vendicatori della notte n. 5, attacchini di manifesti di morte. Ma cerchiamo di tenercele per noi, e di non giudicarli solo per questi.
Il voto presuppone una valutazione di insieme, una stima di fattori personali ed oggettivi che concernono chi ci si propone come candidato; infine scegliamo, e non motivati dal piacere o dai benefici che riteniamo di poterne trarre (che non siamo tutti venduti o accoliti di apparati partitici), ma prioritariamente per evitare i danni che riteniamo di poterne subire votando diversamente.
Ma i ‘democratici’ dicono che non è così; chi vota diversamente da loro o è cretino o è complice.
Vorrò esserci ancora quando, venuto meno il signor Male assoluto, gli sopravviverà un partito: che cosa mai si inventeranno per criminalizzare gli avversari, svilirli e depauperarli, per sembrare puliti e unici, santi salvatori del Paese.
So che queste mie note vengono lette anche in Paesi molto lontani. Tanto meglio: che si sappia che scempio possa fare della democrazia la stoltezza indottrinata.
Forse, non è un caso che per votare si usi una croce: è il destino del segno.
Non sarà facile, ma spero di sopravvivere.

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