Note a margine n. 218

 

 

incazzato

 

CARO AMICO TI SCRIVO…

La sen. Ada Urbani Spadoni (PDL), fondatrice dell’ Associazione Parlamentare per la Vita, peccando di grossolana ed imperdonabile ingenuità inammissibile in relazione alla particolare funzione, ha ritenuto di alimentare pro domo sua il consenso elettorale mediante l’ invio ai parroci umbri di una lettera con cui con cui rimarca la necessità “…che nel futuro Parlamento ci sia un numero di persone sufficienti a non far passare leggi contro la famiglia, l’ uomo e la sua vita”. Chissà che cosa si aspettava.
Lettera alla quale Don Gianfranco Formenton, parroco in Spoleto, ha ritenuto di dare ampio riscontro nelle medesime forme, espressamente premettendo di allinearsi con la ‘raccomandazione’ “di non farsi abbindolare” del Card. Bagnasco. Bagnasco, sì, il noto promotore, ideatore ed organizzatore del convegno segreto a porte chiuse di Todi, autunno 2011, dove, chiamando a raccolta i tutti i cattolici, aveva sollecitato un’alleanza di associazioni e movimenti cattolici, un’entità pre-politica che punta a influenzare la politica, una rete (sic!), una ‘lobby’ e si era espresso con un capolavoro di arzigogolo enigmatico degno della migliore tradizione gesuitica: “Sembra rapidamente stagliarsi all’orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica”. Insomma “la cosa bianca”, da partorire il prossimo 17 ottobre (2011). Al grido: “Bisogna purificare l’aria!”(sic). Si sorvola su altri particolari.
E si sorvoli, anche, sulla particolare personalità del prete Don Formenton, autore già noto alle cronache ecclesiastiche e laiche di una singolare lettera aperta al Card. Ruini, a suo tempo riprodotta su l’Unità.
E sì; perché, nella veemenza conseguente alla malcelata stizza dei militanti della propensione censoria/inquisitoria di qualunque lato, spesso accade che si mescolino persone e funzioni, idee e pratiche e poi si estendano gratuitamente i risultati sino a farli debordare. Involontariamente o consapevolmente con un maldestro gioco delle tre carte pro allocchi.
L’ invito della succitata senatrice si basava su oggettivi aspetti etici che si intendeva salvaguardare. Punto. Del tutto ultroneo è stato il riscontro che, invece, ignora l’argomento, assume comode posizioni di ambiguità sullo stesso e si focalizza sulla discussa e discutibile personalità del leader politico Berlusconi il quale non è né fondatore né depositario né si erge a modello della giustezza o meno di tali principi.
Come dire: rifiuto e contesto i principi cristiani e chi li difende perché ci sono stati Papi/Capi sporcaccioni, violenti; perché esistono turpidini vaticane ed intrighi indegni; zitto, tu, Don Formenton, perché ci sono migliaia di preti pedofili o preti come don Giorgio Morlin, il nuovo don Peppone del Veneto, Don Giorgio Morlin di Lecco, con le loro diciamo “intemperanze” e tanto di censure, ed altro bel campionario, etc. Siamo seri.
Le cosiddette porcate private di Berlusconi, riprovevoli, hanno precedenti illustri nella società politica ed in quella ecclesiale. Dobbiamo fare nomi? O dobbiamo sorridere di nascosto per certe quanto meno buffe e disinformate canoniniziative?
“Un’ idea di vita irreale ha devastato le coscienze”, enuncia il prete arrabbiato a buona ragione; ma si ricordi che questa non ha un’ unica fonte né un’ unica espressione; spesso, la violenza della devastazione morale si trova anche nel cuore di coloro che la denunciano e si manifesta nella falsa mansuetudine e nella ipocrisia di una distorta religiosità.
Ho resistito agli “impeti” di una scuola gesuitica, e ancora sono cristiano, cattolico, voto come voglio, non ho capi e non rinuncio alla mia facoltà di discernimento. Se qualcuno, intollerante, vuole generalizzare cominci a farlo con se stesso; e con i suoi capi, se veramente è convinto che i loro peccati debbano essere imputati a terzi.
Quasi, quasi mi arrabbio pure io.

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