45 MINUTI AL 2013
Assieme agli auguri ricevo da Elmiki e pubblico
LAVORO DEL SIGNORE
In un giorno lavorativo dello instancabile Signore
Egli si accinse di buon zelo al turno pomeridiano;
“Oggi, voglio far un lavoro artigianale, un oratore,
un tipo d’uomo che sappia essere un buon italiano,
uno che si presenti bene, elegante e nel suo settore
possa dare lustro al mio modello di democristiano”
Ma quando all’ opera Egli si applicò di buona lena,
fu interrotto da invocazioni da chiese e telefonate:
e siccome a tutti Egli rispondeva per lenir la pena,
per fare miracoli, e per fare pure il bravo mecenate
così come deve fare ogni creatore ancora di scena,
troppo si distrasse e la cosa gli riuscì a puzzonate.
Gli angeli e i santi che guardavano tutti dattorno
dissero “oh Signore, siete lasso, al punto critico,
rimandate l’opera dopo il riposo, ad altro giorno”
“Oh voi senza fede, vabbè, non è venuto mitico
come volevo, e mo’ che faccio, mi metto scorno?
però, è peccato buttarlo via, ne farò un politico!”
“Siete un grande! come lo chiamerete, o Signore,
creatore doc, di stelle, dei cieli, dei mari e monti?”
“Ci sto pensando…Potrei chiamarlo affabulatore,
sbafatore, allettatore o manipolatore di giroconti,
ladrone, buffone, bene andrebbe pure calcolatore,
populista, impostore, uomo venuto dagli orizzonti”
“Oh Signore – dissero – comunque è ‘na schifezza
è un’ opera sbagliata, il pezzo è fallato, date atto”
“E vabbè – ammise Dio, ma solo per stanchezza –
Lo chiameremo uomo ‘e niente, un nulla di fatto!
Vedrete che presto, per la solita umana stoltezza,
per un posto di ministro lo troveran molto adatto!”
Risposero quelli stupiti: “Signore dell’ anima mia,
che bella idea, un nome solo, tutto un programma;
in questo nome c’ è scritta una vera enciclopedia,
fatene ancora, e fatene altri fallati, tutta la gamma;
creativo come siete, nessuno proverà la nostalgia
di un uomo vero, all’antica: non sarà un dramma!”
Elmiki
io lo ho lasciato ma poi ho trovato il mio regalino per il nuovo anno
Questa poesia l’ho trovata talmente bella che non so dirti, Elmiki, quante volte in questi giorni sono tornata a rileggerla, quasi il desiderio di volerla infilare ad un dito della mia mano, come fosse un diamante. Quando il maltempo imperversa in queste zone, la vita diventa ancora piu’ dura, e, per mancanza di abitudine, manda tutto in confusione. Ma ai poeti non sfugge niente, anche se riposano in pace, non sanno rinunciare ad essere vigili, ed anche un po’ irrequieti se qualcosa di storto avviene sulla terra: erano anime speciali e lo resteranno nel tempo. E’ cosi’ che anche un poeta di quest’altra sponda, con grande ammirazione e simpatia, ti invia pochi versi. Si chiama Yehuda Amichai, all’anagrafe Ludwig Pfeuffer, nato a Wurzburg in Germania, arrivato da bambino a Gerusalemme con il papa’ e la mamma.
“Questa metafora – dice Abraham B. Yehoshua – e’ anche un tentativo di avvicinare Dio agli uomini […] e di riparare metaforicamente questo nostro mondo del quale gli esseri umani talvolta abusano […] “..
Dio e’ coricato supino sotto il mondo
Sempre impegnato in riparazioni, sempre qualcosa si guasta
Avrei voluto vederlo per intero ma vedo
Solo la suola delle sue scarpe e piango.
YEHUDA AMICHAI
Wurzburg 1924 – Gerusalemme 2000