Note a margine n. 187

Botero2I SOGNI MUOIONO ALL’ALBA

Nel corso della trasmissione televisiva QUINTA COLONNA, tra il folto pubblico in studio, ha parlato col conduttore Paolo del Debbio un uomo di circa 50 anni, un poveraccio, accompagnato dalla moglie, ed in pianto dirotto, costui ha raccontato di essere stato un ex piccolo imprenditore – da oltre 25 anni – rovinato, uno dei tanti rovinati dalla recessione connessa alla politica dissennata del Governo dei tecnici insediatosi senza la legittimazione conseguente solo alla libera volontà popolare. Come si farebbe in ogni regime veramente democratico.
Tra le altre tristissime vicissitudini, ha anche dato lettura di una sua lettera accorata inviata alla tecnoministra Fornero, un appello sgomento per un aiuto, una occupazione. Per mantenere la famiglia soprattutto.
Ed ha affermato che la risposta è stata abbastanza immediata: un gruppo di agenti della DIGOS (Divisioni Investigazioni Generali ed Operazioni Speciali) – un corpo di Polizia specializzato in attività investigativa ed informativa finalizzata a contrastare l’eversione dell’ordine democratico (attività antiterrorismo), controllo di tutte le attività di gruppi estremistici che perseguono scopi di sovvertimento sociale con il ricorso alla violenza, e ad eseguire direttamente le operazioni eventualmente frutto delle proprie investigazioni – lo ha prelevato all’ alba, mentre era a dormire, in casa sotto gli occhi spaventati della famiglia e bambini, lo ha trascinato in Questura per non sa quali incombenze di identificazione e quant’altro di rito, prima di essere rilasciato dopo qualche interminabile ora. All’ alba, l’ ora in cui muoiono i sogni e in cui acciuffano i peggiori terroristi e nemici pubblici ricercati.
Non credo di sbagliare molto se affermo che tutti vorremmo che questa sia una storia del tutto inventata, che costui sia un emerito mascalzone, un impostore da punire come si deve, un mentecatto desideroso di rivincita e di mettere in cattiva luce la tecnoministra Fornero attribuendole questa storia sconcia, la turpitudine di un potere prepotente, tirannico, infame, che tratta la gente con l’ arrogante presunzione tipica di chi preferisce terrorizzare per comandare senza sapere governare.
Mi riesce difficile credere che siamo caduti in regime da KGB o da STASI riciclati o che siamo nelle mani di redivive Elena Petrescu Ceauşescu con tanto di Nicu sfarzosi.
Ma intimamente, penso che mi sarebbe piaciuto che il presunto fattaccio lo avessero attribuito all’ex premier Berlusca: in quel caso, certamente un nugolo di inquirenti e di cacciatori di testampa vi si sarebbe avventato per fargli le pulci, e tutti avrebbero gridato allo scandalo. Ma, in ogni caso, avremmo potuto assistere ad uno scossone dalla inerzia, ad un moto, anche scomposto, di reazione. In ogni caso, un fatto del genere non può passare inosservato nella indifferenza generale. Anche se – diciamocelo pure – ci vorrebbe del coraggio ad esporsi, considerati i metodi, sempre che ci sia del vero. Rischiare? Ma no.
Dobbiamo, invece, ancora una volta, chinare la testa: questo popolo di vecchi, infatti, sa bene cosa sarebbe una rivoluzione contro i tiranni ammazzapopolo da mettere a testa in giù. E ognuno prega il suo dio che questo momento non debba venire mai. E’ bastata una volta e ne scontiamo ancora la vergogna storica.

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