GUERRE
Ricevo e pubblico un pensierino di Elmiki
RAZZI AMARI
Disse Israel all’ ostinato Hamas:
“mo’, abbasc chidd mane, allass!
La dà fernesc de fa sembe u ras”
replicò Hamas: “Ma tu sì pazze,
ce ti crite che sime tutt pepazze?
te n’ avvirt.., mo’ sì che so’ razze!”
Elmiki
Disse Israele all’ ostinato Hamas:
“mo’, abbassa quelle mani, lascia!
La devi smettere di fare il ras”
replico’ Hamas: “Ma tu sei pazzo,
che ti credi che siamo tutti pupazzi?
te ne accorgi.., mo’ si’ che sono razzi!”
Grazie, Elmiki! nella tua eleganza del verso e del pensiero, avverto un po’ dell’umorismo ebraico, e ti assicuro che la tua poesia soffia sull’aria pesante, che ha sapore di fumo e di calcinacci. Questa terra si copre un po’ gli occhi col braccio, forse per un inconscio senso di pudore o di vergogna, per non aver saputo essere quella “…terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; una terra di ulivi, di olio e di miele”.
Un saluto di ammirazione e grande simpatia da una piccola storia dell’umorismo ebraico:
Il parroco di un villaggio vicino a Cracovia, in un assolato pomeriggio estivo, vede tre bambini che giocano in un giardino. Li chiama e dice loro: “Chi di voi vuole un bel gelato? dovete solo rispondere a una semplice domanda. Chi amate di piu’ al mondo?”
“La mamma!” esclama il primo bambino.
“Il papa’!” grida il secondo.
“Gesu!” dice il terzo.
Il parroco lo loda e gli da’ due copeki per il gelato. “Bravo, piccolo! Come ti chiami?”
“Israel Kohen, signor parroco”.
E beh! buon sorriso a tutti.